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L’Inter non c’è più e con il Napoli gli va pure di lusso. Una palla gol contro dodici

Non solo l'Inter non ha battuto il Napoli ma, alla fine, ai nerazzurri va pure di lusso

Riccardo Fusato

Non solo l'Inter non ha battuto il Napoli ma, alla fine, ai nerazzurri va pure di lusso, nel senso che il risultato non è umiliante, anzi consente una tardiva speranza di pari che non diventa realtà. Ma come palle gol è un match da 12-1, tanta è la differenza delle occasioni. Fra l’altro l’unica rete, l’11° centro di Callejon, è favorita da un rinvio orrendo di Nagatomo, però è il simbolo di tutta la supremazia del Napoli, soprattutto sugli esterni. Quello che sembra uno svolazzo semplice e scaturito da un errore, invece è un gesto simbolico: è ritrovarsi sempre in precisione e velocità, senza che gli altri esistano. Anche se Pioli tira due rette quasi fisse, in un 4-4-1-1 che lascia soltanto Joao Mario a gestire (male) la trequarti, gli azzurri riescono spesso a costruirsi la superiorità sui corridoi, sia con il movimento, sia con il gesto tecnico, vedi i delicati slalom di Insigne, delizioso. Eder, teorico esterno d’attacco, è un mediano aggiunto, Candreva resta quasi a uomo su Ghoulam, e non il contrario. Ma Hamsik e Zielinski, poi Rog e Allan, fanno spostare il blocco arretrato nerazzurro finché non si apre il buco. Delle sei occasioni della prima metà, soltanto una è nello specchio: quella che entra. E quando nella ripresa i sarriani sistemano la mira, può esibirsi anche Handanovic, che diventa il più bravo dei suoi. Il portiere salva il possibile, i centrali difensivi in qualche occasione riescono a limitare i danni sulle falle che si aprono continuamente, Perisic quando entra ha uno spunto decente. Basta. Eder da centrocampista di fatica diventa seconda punta. Cambiato. Candreva a volte può partire con lunghe cavalcate, però in fondo al campo non trova alcuna soluzione. E la costruzione bassa non quadra: quello di Brozovic, titolare per Kondogbia, è un gocciolio nervoso e spesso sbagliato. Le diverse sistemazioni di Pioli nella ripresa (4-4-2, 4-2-3-1 con Banega) danno soltanto più possesso, non la pericolosità.

(Gazzetta dello Sport)

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