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L’Inter passa alle cose formali: Icardi come Milito, Spalletti abile stratega

Daniele Vitiello

Nerazzurri ora secondi in classifica a due punti dal Napoli, Milan spedito a meno dieci

Cinica e spietata, come ci aveva abituato in tempi decisamente migliori. L'Inter batte il Milan per 3-2, stacca Lazio e Juventus e si porta a sole due lunghezze dal Napoli capolista, prossima avversaria nell'anticipo di sabato al  San Paolo. Di più non poteva chiedere Luciano Spalletti ai suoi soldati, in grado di domare tutte le insidie presentatesi nel corso di 90 minuti da romanzo. Esplode il Meazza, esplodono i tifosi a casa, e non potrebbe essere altrimenti. Tenacia, sacrificio, abnegazione. Il cuore della Beneamata è tornato a battere ed il DNA nerazzurro è tornato a vedersi in maniera marcata, capace di spazzare via mesi di frecciatine provenienti dall'altra sponda del Naviglio, dove da quando conta sul serio fanno fatica a passare alle cose formali.

MAURO COME DIEGO - Tutti hanno remato nella stessa direzione e la vittoria è del gruppo, non c'è dubbio. Ma all'interno del gruppo emergono individualità devastanti. L'esuberanza di Perisic, lo stacanovismo di Vecino, ma soprattutto il killer instinct di Mauro Icardi, che con la tripletta di questa sera ha emulato Diego Milito e c'è da scommetterci che abbia compiuto un bel balzo in avanti verso il suo connazionale nella classifica dei più amati di sempre da parte del popolo interista. Il capitano è stato abile a sfruttare il vestito cucito da mister Spalletti, dimostratosi ancora una volta abile stratega con l'avanzamento di Borja Valero sulla trequarti, e più volte ha aiutato in fase di non possesso, terminando la gara con i crampi. Ora subito testa al Napoli, con qualche giorno in più per preparare l'impegno rispetto agli azzurri e senza perdere la bussola: il cammino va fatto prima di tutto sulle squadre che in questo momento inseguono.