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E' il centrocampo il reparto dell'Inter che ha attirato maggiormente l'attenzione in fase di analisi nel corso della stagione. I numeri riportati dalla Gazzetta dello Sport però raccontano una realtà diversa da quella che si potrebbe ipotizzare: "Immaginate Nainggolan, Brozovic, Vecino, Borja Valero, Gagliardini e Joao Mario in fila, davanti a una parete bianca, con le linee delle altezze, come nella locandina del film cult «I soliti sospetti». Su di loro, o meglio sul reparto che compongono, da agosto in poi si concentravano i sospetti e i dubbi di critica e tifosi. Il centrocampo era considerato il possibile «baco» del sistema Inter: reparto troppo «corto» e con un solo vero play, Brozovic. Il problema della fluidità del gioco e della dipendenza dalle fasce, evidenziatosi nel primo anno di Spalletti, non aveva una soluzione certa, dopo che il sogno estivo di cambiare orizzonti aggiungendo Luka Modric non si era realizzato. La stagione non ha cancellato tutti i dubbi, gli infortuni di Nainggolan hanno complicato un po’ i progetti, in alcune grandi gare (ma a volte anche contro le piccole) si è sentita forte la necessità di più qualità. Però i numeri raccontano di un centrocampo che ha retto: il bottino realizzativo è stato più ricco, sopperendo anche al deficit di gol di Icardi. E sul fronte del gioco il lavoro di Spalletti si è visto, con progressi quantificabili, oltre che rivendicati dallo stesso tecnico, come segno di una crescita avviata e che può proseguire. Per migliorarsi, certo, serve un’aggiunta estiva: Marotta e Ausilio hanno tutta l’intenzione di affiancare un uomo di alto livello qualitativo a Brozovic e Nainggolan, i pilastri da cui si ripartirà".
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