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Nella gara disputata tra l'Inter e il Napoli, tra i migliori ion campo della formazione nerazzurra c'è stato sicuramente Marcelo Brozovic. Il croato, che ha spesso peccato di poca continuità anche all'interno di una partita, è stato concentrato per tutta la gara. Spalletti lo ha piazzato davanti alla difesa e Brozovic ha risposto alla grande diventando il regista della formazione nerazzurra. Di fianco, il croato, aveva anche il miglior Gagliardini della stagione. Contro un centrocampo tra i migliori d’Italia, Marcelo è stato lucido, pratico e determinato. Sembra un ossimoro, invece è la dimostrazione che se collega testa e gambe lui è l’interprete più completo della mediana interista. Perché nessuno corre quanto lui, nessuno si inserisce e segna (3 reti), ma nemmeno sa inventare centralmente (4 assist) quanto lui. E anche i dati Opta confermano la solidità del croato, che ha pure limitato un Allan in gran forma. Nessun compagno ha superato i suoi 47 passaggi positivi e i 4 contrasti vinti. Bene anche nei lanci (9, uno in meno di Handanovic) e nei palloni recuperati (3).
Adesso Marcelo deve dare continuità, negli atteggiamenti e nel rendimento. Dopo una delle sue epiche fiammate, la doppietta di inizio ottobre a Benevento, si infortunò in nazionale. Stavolta invece lo attende un’altra sfida chiave, domenica in casa di quella Samp contro cui nell’aprile scorso il croato regalò il peggio di sé. Una prestazione molle e irritante, culminata con un mani suicida in area che aveva portato al rigore vittoria di Quagliarella. Un harakiri che aprì la grande crisi, fino all’esclusione pure dall’Europa League. Anche per episodi come questo, il pubblico ha preso di mira Marcelo. Che però ha commesso l’errore di applaudire ironicamente chi lo contestava al momento dell’uscita dal campo in Inter-Bologna. Visti i fischi quando invece nel successivo match in casa è entrato al posto di Perisic, Brozovic col Napoli è stato bravo a gestire la situazione e a riportare dalla sua la gente con l’unico metodo che non fallisce mai: l’impegno.
(La Gazzetta dello Sport)
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