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I colloqui tra Inter e Suning continuano in maniera frenetica, ma nelle ultime ore, sarebbe stata la società nerazzurra a cercare una sorta di accelerata per la buona riuscita della trattativa. Il club, si sa, ha un urgente bisogno di liquidità, come dimostrano gli anticipi per 30 milioni appena ottenuti per gli incassi legati alle cessioni di Kovacic e Shaqiri e del botteghino della prossima stagione. Tra giugno e ottobre, cioè tra la chiusura e l’approvazione del bilancio, sarà comunque obbligatoria l’immissione di altri capitali. Perché l’unica alternativa sarebbe il semi smantellamento di una rosa che invece con i giusti ritocchi potrebbe essere competitiva. L’impellenza finanziaria spiega i ripetuti viaggi del management interista in Cina, paese in cui il club nerazzurro vuole espandersi anche a livello di comunicazione e settore giovanile (dopo quelle di Shanghai e Nanchino, è stata appena aperta una terza Inter Academy, a Pechino). Quello in corso infatti non è certo il primo viaggio cinese dei graduati interisti. Che ad aprile avevano avuto due incontri in loco con Suning, prima della visita milanese del 22 aprile da parte della delegazione asiatica, capeggiata dal fondatore del colosso di elettrodomestici ed elettronica, Zhang Jidong.
(Gazzetta dello Sport)
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