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Lippi: “Solo Conte può fermare la Juventus. Champions? L’Inter non è spacciata”

Daniele Vitiello

Le parole dell'ex allenatore di entrambe le squadre

Marcello Lippi si è espresso sulla corsa scudetto e lo ha fatto nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni del Corriere dello Sport:

Lippi, la intriga il testa a testa per lo scudetto tra la Juve e l’Inter? 

«Sì, è molto bello e sicuramente ha reso molto interessante l’inizio di stagione».

Questo dualismo è destinato ad andare avanti fino a maggio o i bianconeri prenderanno il largo? 

«Credo proprio che possa durare fino alla fine. Ad agosto pensavo che per il titolo avrebbero lottato in tre, ma il Napoli si è defilato e farà fatica a rientrare in corsa. Ancelotti è un tecnico molto bravo, una garanzia sotto questo aspetto, e sono convinto che migliorerà la squadra. Anche se la guiderà fuori dal momento difficile che sta attraversando ha però accumulato troppo distacco dalle prime».

Dunque sarà il derby d’Italia per lo scudetto. 

«Il campionato sarà più incerto rispetto agli ultimi anni e questo per il nostro calcio è un bene, anche se c’è una considerazione che dovrebbero fare tutti e che forse può far capire quale sarà il finale della storia».

Prego.

«In Italia la Juventus è l’unica squadra imbattuta, ha già in tasca il passaggio agli ottavi di Champions League ed è prima in classifica in Serie A. Il tutto avendo reso al 60-70% delle sue possibilità. Sta attraversando un processo di metamorfosi, dal gioco di Allegri a quello di Sarri, e finora ha vinto spesso più grazie alle qualità dei singoli che al gioco. Il successo di Bergamo ne è la dimostrazione: ha sofferto per lunghi tratti di un incontro nel quale però alla fine hanno pesato la classe di Higuain, Dybala e degli altri». 

Qual è la morale? 

«Le avversarie della Juve fanno bene a essere preoccupate. Appena i bianconeri miglioreranno il loro rendimento, secondo me non ci sarà storia neppure quest’anno».

Per l’allungo di Sarri, dunque, è solo questione di tempo? 

«Nel calcio non c’è niente di scontato e la matematica è un’altra cosa. Premesso ciò, siccome in Italia c’è una squadra che vince da otto anni e che la scorsa estate si è pure rinforzata grazie a un mercato oculato, è inevitabile aspettarsi che continuerà il suo ciclo fatto di successi. Il cambio di allenatore avrebbe potuto influire negativamente e creare difficoltà solo se Sarri non fosse stato intelligente, ma Maurizio è intelligente e conosce bene il mondo del pallone: è già riuscito a portare alcune delle sue idee senza far abbassare il rendimento che la Juve ha avuto con Conte prima e con Allegri poi».

I critici sostengono che il sarrismo a Torino non si sia ancora visto. 

«La classifica parla chiaro e la Juventus è ancora lassù. Quando renderà all’80% del suo potenziale, per le altre non ci sarà più niente da fare».

In cosa possono migliorare Bonucci e compagni? 

«Un po’ in tutto, anche se principalmente mi sembra che fatichino a chiudere le gare e che non sempre sviluppino il gioco in maniera fluida. E’ inevitabile che ciò accada quando si cambia allenatore ed è giusto dare tempo a Sarri. Fossi in lui non sarei preoccupato: siamo solo a fine novembre e le stagioni si decidono in primavera».

Conte forse ha impiegato meno tempo a trasformare l’Inter. 

«Antonio sta facendo rendere tutti al massimo: cura ogni dettaglio, lavora tantissimo e riesce a trasmettere al gruppo i giusti stimoli in ogni incontro. E’ uno che fa la differenza e se c’era un tecnico che poteva accorciare in tempi così rapidi il gap tra la Juventus e l’Inter, quello era lui».

Qual è stata finora la mossa vincente di Conte? 

«Quella di coinvolgere l’intera rosa, di farsi seguire da tutti, di instaurare un feeling pazzesco nello spogliatoio. I calciatori sono stati bravi sul campo, ma lui non ha sbagliato una mossa e ha creato all’interno del gruppo un’unità d’intenti incredibile».

Dal tono della sua voce lei si aspettava che ciò accadesse. 

«Certo che me lo aspettavo. Io Antonio l’ho allenato e so che tipo di persona è: lui è un leader e un trascinatore. Conte sta facendo “solo”… il Conte e trascina gli altri. A dispetto degli infortuni e di un organico che è inferiore rispetto a quello della Juventus».

Queste lacune da colmare lui le ha fatte risaltare chiedendo rinforzi alla dirigenza. 

«A gennaio probabilmente la rosa dell’Inter sarà migliorata e questo permetterà ai nerazzurri di rimanere agganciati alla Juve, di lottare per lo scudetto fino in fondo, ma alla lunga…».

Che tipo di giocatori servirebbero a Conte? 

«Niente nomi. Qualche ricambio in più per fare un po’ di rotazione però gli farebbe comodo».

Se la Juventus andasse avanti in Champions e l’Inter no, per i nerazzurri in chiave tricolore potrebbe essere un vantaggio? 

«Contrariamente a quello che pensano tanti, io sostengo che arrivare in primavera ancora in corsa in Europa sia un toccasana. Altro che bruciare energie: far strada in Champions porta entusiasmo, fiducia nei propri mezzi e la squadra acquisisce personalità ed esperienza. Quando le cose vanno bene, la stanchezza non la senti».

Sarri è già agli ottavi, mentre Conte ha bisogno di un miracolo per centrarli. 

«La Juve deve provare ad arrivare prima nel suo girone e ha molte chances di farcela, ma non date per spacciata l’Inter: ha tanti infortuni, però a Praga può vincere e a quel punto si giocherebbe tutto contro il Barcellona a San Siro. Apro una parentesi: secondo me il Napoli alla fine passerà il turno e non darei per spacciata neppure l’Atalanta».

Il 30 maggio a Istanbul la Juve può finalmente conquistare quella coppa che lei ha alzato al cielo per ultimo da tecnico bianconero? 

«Mai come quest’anno la Juve fa parte di quel novero di 3-4 formazioni che possono vincere il trofeo. Fino a 3 anni fa la mettevo sempre alle spalle delle più forti, almeno un passo dietro le favorite, mentre ora è entrata di diritto in gruppetto. Penso che con un pizzico di fortuna possa farcela anche se in Champions è impossibile sbilanciarsi: bisognerà vedere in che condizioni di forma arriverà a marzo, se avrà delle squalifiche e se la fortuna le darà una mano nel sorteggio».

Decisivo sarà anche il ritorno al top di Ronaldo che in Italia sta segnando meno rispetto alla Spagna. 

«Quando è arrivato a Torino sapeva che in Serie A tutto sarebbe stato diverso e più difficile. Mi sembra comunque che i suoi numeri siano importanti e rimango convinto che in primavera, soprattutto in Europa, farà la differenza come sempre è successo nella sua carriera».

Se dovesse scegliere, preferirebbe allenare l’attacco della Juventus o quello dell’Inter? 

«Bella scelta… Sono due reparti davvero molto forti: Martinez è cresciuto tanto ed è diventato un giocatore importante; Lukaku l’ho sempre ammirato e in Italia sta facendo la differenza. Anche gli attaccanti della Juve però mi piacciono parecchio: lì chiunque giochi fa bene e non ho davvero preferenze tra quei tre».

Difficile immaginarsi un Higuain su questi livelli dopo che in estate doveva andarsene. 

«Ero convinto che avrebbe fatto bene perché con Sarri a Napoli ha sempre avuto numeri importanti, ma non pensavo che potesse mantenere un simile rendimento. E’ stato davvero bravo a resettare e a ripartire con entusiamo. Lo stesso Dybala: entrambi sono stati fondamentali per il primo posto dei bianconeri».

Dopo le dimissioni da ct della Cina, qual è il futuro di Lippi? Tornerà nel mondo del calcio? 

«Per ora mi godo la mia Viareggio, che è sempre bellissima, e la mia famiglia. Quello che succederà lo vedremo».