Matias Vecino ha qualche problemino fisico e per la partita con la Sampdoria lo staff medico ha fatto di tutto per tenerlo in piedi e metterlo a disposizione di Spalletti. L'allenatore nerazzurro ieri ha spiegato che il giocatore, dopo una fase iniziale complicata adesso è quello che aveva visto a Firenze e che ha voluto alla Pinetinaper completare il suo centrocampo, un reparto che comunque ha pochi ricambi e per questo i medici nerazzurri hanno dovuto fare gli straordinari per fare in modo che Vecino giocasse la gara di ieri.
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Lo sforzo di Vecino e la forza del gruppo: Spalletti non vuole meriti, ma l’Inter funziona
Niente voli pindarici e piedi incollati a terra: il passato ancora brucia e gli interisti sono cauti però ogni tanto una pacca sulla spalla serve
SFORZI - A proposito del suo giocatore il tecnico ha sottolineato: "Vecino i primi tempi, si doveva mettere in condizione di sentirsi tranquillo in una realtà che probabilmente darebbe timore a chiunque, quando sali l’ultimo gradino del Meazza se non sei giusto inciampi e vai lungo. Ora è un problema per chi ci deve giocare contro, ha preso la forma nell’ambiente che cercava e che gli dava qualche perplessità all’inizio, Vecino è quello che vedete adesso. Abbiamo fatto risultato all’inizio e ora secondo me si migliora". Quello che ci si aspetta anche da Joao Mario chiamato ieri a sostituire proprio l'uruguaiano quando non ne aveva più: "Lo abbiamo portato al limite della corsa", ha ammesso il mister.
TUTTI UTILI, NESSUNO INDISPENSABILE - Nella partita contro l'Hellas di lunedì sera dovrebbe esserci comunque e dovrebbe rientrare anche Brozovic. Un cambio in più in una panchina corta della quale Spalletti preferisce non lamentarsi: "Non ci manca nessuno, tra noi c'è un patto, anche quando manca qualcuno non manca nessuno", ha detto qualche settimana fa. Ma a gennaio forse sarebbe giusto trovare sul mercato alternative valide per rinforzare la rosa. Specie se tra qualche mese la marcia sarà ancora questa.
LA FORZA DEL GRUPPO - Spalletti ha avuto elogi per tutti, soprattutto per il gruppo, ritiene che quella sia la sua forza e in effetti se ne sono accorti anche gli altri, lo ha riconosciuto pure il suo avversario, Marco Giampaolo: "Adesso l'Inter, che di solito è anarchica, è una squadra. Icardi è andato a rincorrere uno dei miei, prima quando mai lo avrebbe fatto?". Già, forse per questo l'allenatore interista a fine partita ha avuto pacche sulle spalle per tutti, forse per questo li ha mandati sotto la Curva a raccogliere gli applausi e poi si è goduto il suo che di meriti non ne vuole: "Non gioco mica io", dice. Ma se prima qualcosa non funzionava e ora invece sì, qualcosa vorrà dire. Non è il momento di fare voli pindarici e di andare oltre quello che finora è stato fatto, ma ogni tanto una pacca sulla spalla (ad esempio in altri tempi ieri dopo il 3-2 sarebbe arrivato probabilmente pure il 3-3) serve per l'autostima, per la fiducia: averle ritrovate è già un passo avanti.
(Fonte: FCINTER1908.IT)
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