"Un anno di lavoro portato avanti da un team di dodici persone. Il nuovo logo dell'Inter nasce nello studio di comunicazione e graphic design Bureau Borsche. Ed è un piccolo grande inno al minimalismo contemporaneo. Con una decisa chiave digital friendly. Sono questi i concetti riassuntivi dell'enorme lavoro annunciato ufficialmente oggi dal club nerazzurro.
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Nuovo logo, Studio Borsche: “L’Inter è un brand democratico, la vera eredità di…”
Un anno di lavoro, un team di 12 persone. Il nuovo logo dell'Inter nasce in un famoso studio di comunicazione e graphic design, lo Studio Borsche, che ha raccontato il progetto a Vogue.
Visibilità
Parola d'ordine visibilità
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"Mirko Borsche, fondatore dello studio Bureau Borsche, ha spiegato con concetti molto chiari perché l'eccesso dei segni nel contemporaneo digitale non sia un bene: «Per un brand, nell’era digitale, è importante essere visibile sui dispositivi mobili. Per il gioco del calcio questo è ancora più vero, considerato che sempre più giovani, in Asia in particolare, guardano le partite su dispositivi molto piccoli. Molti club però non si sono adeguati al trend: se guardi le tabelle dei risultati dopo un turno di Champions League, ti accorgi che gran parte dei loghi delle squadre, ormai, non sono più visibili». Il contrasto tra l'oro e il bianco rendeva invisibile il logo in televisione e sugli schermi portatili e più piccoli:«Dovevamo a tutti i costi ridurre il concept, e renderlo più essenziale».
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Identità
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Rivoluzione?
"Vogue, che ha dedicato un ampio approfondimento allo studio e all'invenzione del nuovo logo nerazzurro parla di rivoluzione ponderata: "I designer giurano di aver mantenuto per quasi il 90 per cento le proporzioni originali, di aver rispettato con puntiglio il rapporto storico tra ingombri e spazi vuoti. Le braccia sporgenti della M sono state mantenute. E la I (che ricorda la vecchia F) non ha perduto la sua posizione protagonista. Magie di “metti e togli” che hanno sacrificato le iniziali F C per dare spazio alla I e alla M di Internazionale Milano, che grazie all’assonanza con l’inglese “I am” (io sono) hanno dato il via a tutta la campagna di comunicazione partita il 30 marzo". E come aggiunge Luca Danovaro, chief marketing officer: «È un vestito più leggero e minimale che trovo perfetto per allargare la nostra audience e se è vero che le lettere F C escono dal logo, è vero altrettanto che restano nel nostro nome, nella nostra identità e nella nostra storia».
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I M Milano
Milano è nerazzurra
"Un grande lavoro è stato fatto anche per quanto concerne i colori: l'azzurro si è avvicinato al blu notte, "grazie alle tonalità del Pantone 286 giudicato il più efficace. E l’oro – che verrà ancora utilizzato sul oggetti specifici di merchandising – nella bibbia di stile ufficiale del FC Internazionale Milano è stato sostituito da un giallo forte e spigliato. Mentre il nero resta il più profondo e pieno possibile". Molteplici, naturalmente, i riferimenti a Milano (anche nel video di presentazione sono i derby a raccontare la storia più importante). «Sin dalla sua fondazione l’Inter ha rappresentato i concetti di fratellanza e inclusione» ha spiegato Borsche, «aver realizzato un logo dal sapore universale, adatto per chi segue la squadra in modo tradizionale ma anche a chi è appassionato agli eSports ad esempio, è un modo per rendere contemporanei, e destinati a durare a lungo, questi valori». Il biscione? «Un po’ e un drago, e un po’ è un serpente» ha concluso il designer, «ma soprattutto, è contenuto nell’antico simbolo di Milano. Farlo nostro, ha significato ribadire che il vero heritage della città, è targato Inter».
"(Vogue)
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