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«Amo la trasparenza, non abdico, vado diritto con i miei principi, consuetudo est magna vis». A dirlo in un'intervista a 'Il Giornalè è Claudio Lotito, presidente della Ss Lazio dal 2004. Raccontando che quando giocava a calcio preferiva il ruolo solitario. «Sì, in porta - ricorda - il mio idolo era Yaschin». Sul caso Pandev, Lotito spiega che «prendeva 500mila euro, gliene ho offerti 3 volte. Qualcuno ha eluso le norme, il giudizio arbitrale non è stato terzo ma non è finita qui». Riguardo a Ledesma, invece «è un caso diverso - dice - con lui è in atto un corteggiamento serrato di altri club. La giustizia ha detto la verità». «Ho preso una società che aveva mille e settanta miliardi di debiti - afferma Lotito - oggi si autofinanzia, non ha debiti con le banche, a fronte di 26 milioni di monte ingaggi ci sono 26 milioni di utili». «Forse - aggiunge - i tempi per la bonifica del sistema non erano maturi come ritenevo, ma non per questo non andavano affrontati». Sulle attuali tensioni con gli irriducibili, il presidente della Lazio commenta che «certi tagli alle agevolazioni, ai biglietti gratuiti sono stati la rottura con il passato ma riguardano anche i vip, ho avuto una crisi di popolarità, amplificata dai mezzi di informazione romani. Se avessi fatto e se facessi le stesse cose altrove sarei di esempio». Lotito e famiglia sono attualmente sotto scorta. «Adesso è stata rinforzata - spiega - mia moglie Cristina e mio figlio Enrico hanno ricevuto minacce». Nel prossimo futuro, network, radio e tv. «La Lazio avrà ad aprile 3 network, una rivista ufficiale, una radio web e un canale televisivo digitale, satellitare e web - sottolinea Lotito - Voglio informare, voglio contrastare chi mistifica. Ho intrapreso questo discorso che non riguarda soltanto la Lazio. Il mio slogan è non mollare mai. Ho il 67%, anzi oltre il 67% di azioni, non vendo, non venderò, saranno orgogliosi di quello che sto facendo per questa società»
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