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I continui stop di Lukaku preoccupano l'Inter che ragiona anche in termini futuri. A fine stagione scade il prestito del belga dal Chelsea e il club nerazzurro dovrà sedersi a trattare.
"Si chiama “Decreto Crescita” e per Romelu Lukaku è meglio di un cross di Dimarco. Pagando solo il 25% (e non il 45% di tasse sullo stipendio), l’ingaggio da 8,5 milioni netti di Romelu pesa al lordo poco più di 12, in linea con il “peso” degli altri big della rosa, da Lautaro a Brozovic. Al momento il contratto di prestito oneroso da 8 milioni di euro, più 4 di bonus, scadrà il 30 giugno: dopo quella data, in mancanza di nuove intese, il belga sarebbe costretto a tornare mestamente a Londra, città matrigna. L’idea di vivere lì, rivestirsi di Blues e finire nel tritacarne della Premier non è certo il suo desiderio", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Rom ha firmato il primo contratto di lavoro in Italia nell’estate 2019 e i vantaggi del Decreto Crescita per lui dureranno 5 anni, fino al 2024. Basta risiedere qui ogni anno per almeno 183 giorni (più della metà del periodo di imposta formato da 365) per goderne: non è un caso che la scorsa estate ci si era affannati per farlo firmare prima del 30 giugno. Nella migliore delle ipotesi, alla fine di un eventuale prestito-bis nel 2024, il contratto di Rom sarà “alleggerito” da 3 anni di ammortamento e per questo peserà sulle casse del Chelsea circa 45 milioni. Non è una cifra banale, ma quella (orientativa) che servirebbe per riportarlo a Milano", aggiunge il quotidiano.
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