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Le frasi di Lukaku hanno fatto discutere. Ma nell'Inter non ci fu alcun focolaio di febbre e possibili sintomi da coronavirus. A testimoniarlo, ci sono ovviamente le foto e le riprese degli allenamenti. Mai, durante le sedute settimanali, ci furono così tanti assenti da giustificare la possibile presenza di un focolaio.
Tutt'altro. Oltretutto, Lukaku ha fatto un po' di confusione, mischiando date diverse e situazioni diverse. Numeri sbagliati (mai 23 su 25) e periodi diversi.
"Di sicuro Romelu, sottolinea la Gazzetta dello Sport, sbaglia qualche data: parla del ritorno dopo una settimana di vacanze a dicembre (quella post-natalizia) e poi racconta della malattia diffusa, portando come esempio e punta dell’iceberg il quasi svenimento di Skriniar in Inter-Cagliari del 26 gennaio.
In mezzo è passato quasi un mese, la prima gara alla ripresa è la trasferta di Napoli, in cui l’Inter non ha assenti (se non i lungodegenti Asamoah e D’Ambrosio) e si mostra in buona forma. Le vacanze quindi non c’entrano.
Restano la partita col Cagliari (giocata alle 12.30, ma Romelu parla di una cena post-match saltata) e quella seguente di coppa Italia con la Fiorentina. Nella prima Skriniar esce dopo 17’ e il report medico parla da subito di stato influenzale (già noto alla vigilia ma lo slovacco aveva voluto provare a giocare), in quella coi viola i nerazzurri si trovano effettivamente in emergenza, con sette assenti. Di questi, tre sono out per “sindrome influenzale”: De Vrij, Skriniar e D’Ambrosio.
Gli altri (Gagliardini, Sensi, Brozovic, Borja) hanno infortuni che si portano dietro da un po’. In quella gara alcuni degli indisponibili andranno in panchina, perché, si spiegherà poi, Conte non voleva dare agli avversari troppe informazioni sull’emergenza. Da allora, fa notare l’Inter, l’unico altro caso di influenza è quello che costringe Bastoni a saltare la trasferta in casa Lazio (16 febbraio), quando gli altri tre sono recuperati".
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