- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Ancora una volta l'Inter si ritrova a ringraziare Romelu Lukaku: l'attaccante belga è stato decisivo ai fini della rimonta sul Torino, mettendo a segno una doppietta ed entrando in tutte e quattro le reti nerazzurre. Un apporto fondamentale, sia in termini realizzativi che per quanto riguarda la partecipazione al gioco, un punto di riferimento imprescindibile per la formazione di Antonio Conte. Leader dentro e fuori dal campo, con i fatti ma anche con le parole, tanto che non appare insensato pensare a lui come prossimo capitano dell'Inter.
LEADER - Il primo dato che salta all'occhio riguarda i numeri: 9 in 9 partite stagionali, 43 in poco più di una stagione con la maglia dell'Inter, 30 nell'anno solare 2020. Cifre straordinarie, che hanno spazzato via i dubbi legati alla sua valutazione, da molti ritenuta eccessiva. Senza dimenticare la generosità in campo del bomber belga, sempre pronto ad alzare il pressing, a fare lavoro sporco per far salire la squadra, a lasciare le luci della ribalta ai compagni quando necessario: per informazioni chiedere a Sebastiano Esposito, a cui un anno fa ha lasciato calciare un rigore regalandogli la gioia del primo gol in Serie A, o a Lautaro Martinez, che ieri pomeriggio ha dovuto semplicemente appoggiare in rete il pallone del definitivo 4-2.
ESEMPIO - Ma l'importanza di Lukaku si vede anche al di fuori del campo: le parole pronunciate al termine del match di ieri pomeriggio, unite a quelle di incoraggiamento nei confronti di Eriksen, sottolineano una volta di più il suo atteggiamento esemplare verso i compagni e il suo ruolo ormai conclarato di trascinatore del gruppo. Maturità e senso di responsabilità da leader, che con il suo comportamento e la sua voglia di vincere vuole indicare la retta via alla squadra. I tifosi lo adorano, l'Inter lo ha eletto a simbolo: un totem a cui manca solamente la fascia da capitano al braccio. E chissà che in futuro...
© RIPRODUZIONE RISERVATA