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Lavori in corso: Manchester City come la Juventus, un cantiere aperto che ha bisogno di tempo per la sua realizzazione. Così Roberto Mancini presenta la sfida di Europa League di giovedì sera, l'occasione anche per negare la sua antipatia verso i bianconeri che un giorno - parole dello stesso Mancio - potrebbe addirittura allenare. «Perchè no? Il calcio è fatto così. Non sono mai stato un nemico della Juventus, anzi da bambino tifavo proprio per i bianconeri». Reduce dalla vittoria sul Chelsea, che ha rilanciato le ambizioni dei Citizens, ora Mancini chiede ai suoi quella continuità di rendimento che finora è mancata.«In questo momento ci mancano giocatori importanti, come (Mario) Balotelli e Wayne Bridge, per esempio. Peccato, perchè ci sarebbero stati di grande aiuto per fare rifiatare chi ha giocato di più». Ma non è il momento degli alibi: l'obiettivo del City è la qualificazione in Champions League, ma anche l'Europa League deve regalare soddisfazioni. «Dobbiamo migliorare giorno per giorno, acquisire una mentalità vincente. Ad inizio stagione la Champions conta di più ma a febbraio essere in corsa per un trofeo come la Europa League può diventare davvero prestigioso».
City e Juve destinate a passare la fase a gironi, il pronostico del tecnico italiano. «La Juventus è una squadra molto forte, hanno cambiato tecnico e giocatori ma restano sempre la Juventus. Ho molto rispetto per la storia di questa squadra che per me resta tra le più importanti d'Europa. Noi siamo un pò come loro, lavoriamo per migliorarci ma abbiamo bisogno di tempo». Tra i Citizens c'è un ex bianconero, Patrick Vieira, alla seconda stagione a Manchester. «Della mia Juve è rimasto solo (Alessandro) Del Piero e poi ho trascorso un solo anno a Torino - il ricordo del centrocampista francese -. La Juve ha attraversato un periodo difficile ultimamente ma questa è la squadra più forte degli ultimi anni».
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