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Mancini: “Podolski, che qualità . Pazza Inter è la sua bellezza. I giovani, Bona e CL…”

Simona Castellano

Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, trasmissione di Inter Channel, è Roberto Mancini. Il tecnico nerazzurro ha risposto alle domande che i tifosi gli faranno su Twitter, utilizzando l’hashtag #askMancini.  Ecco le sue...

Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, trasmissione di Inter Channel, è Roberto Mancini. Il tecnico nerazzurro ha risposto alle domande che i tifosi gli faranno su Twitter, utilizzando l'hashtag #askMancini. 

Ecco le sue parole:

Faremo l'impossibile per riportare l'Inter dove merita, speriamo di riuscirci. I ragazzi sono dal primo giorno straordinari negli allenamenti, questo mi fa ben sperare per il finale di questo campionato. Sono stati veramente bravi fin qui. 

-Social network?

Fino a qualche mese fa ero un po' imbranato, ora trovo tutto molto simpatico. 

-Giocatore più forte del passato?

Maradona.

-Avversario più forte con cui hai giocato?

Maradona, Platini, in quegli anni c'erano grandi giocatori. La speranza è che la serie A torni così. Le società dovrebbero poter portare nuovamente qui dei campioni. 

-Giocatore più forte al momento?

Sono quattro: Messi, Ronaldo, Ibra e Touré. 

-Ambasciatore Unicef?

Grande onore per me, essere ambasciatore è molto importante, un personaggio pubblico deve comportarsi bene perché è un punto di riferimento, da ambasciatore si diventa ancora più importanti. Spero di poter aiutare persone che hanno bisogno. 

-Buoni propositi per l'Inter?

Quello che ho sempre avuto: mettere il massimo impegno nel lavoro, solo lavorando seriamente e cercando di fare il massimo si possono raggiungere traguardi. Bisogna credere nei propri mezzi. 

-Cambiamenti 2004-2014?

Ero più giovane, i giocatori sono cambiati, alcuni giocatori erano più esperti, oggi squadra più giovane. Uno diventa più riflessivo, anche perché ha più esperienza. 

-Specialisti su calci piazzati?

Sarebbe importante, a volte si può vincere una partita così ora che le squadre sono molto preparate. 

-Ricordo del primo scudetto?

Il campionato è stato dominato dall'inizio alla fine, ho un bel ricordo del derby 4-3, rischiammo anche perché rimanemmo in 10, ho un bel ricordo. Tutto il campionato fu bello. 

-Ricordo più bello?

Da calciatore lo scudetto con la Samp, da allenatore è più difficile incidere sulla partita e quindi tutte le vittorie son belle, il primo scudetto con l'Inter è stata una bellissima cosa. 

-Città preferita?

Roma in Italia. All'estero l'Italia manca. In Europa mi piace Parigi.

-Cosa ti rende più orgoglioso della tua carriera da allenatore?

Non è semplice rispondere, mi piace avere un buon rapporto con i giocatori,a nche se a volte non è possibile, perché un giocatore che non gioca crede che l'allenatore sia cattivo. Avere un buon rapporto con loro mi piace molto, anche se non può accadere con tutti. A volte vengono fuori alcune cose e si ricama sopra. Non è facile andare d'accordo con tutti. Avere amici comunque così è bello. 

-Musica?

Musica italiana, sono per i cantautori italiani. 

-Piatto preferito?

Cappelletti. A casa mia si fanno questi. 

-Galatasaray?

Siamo arrivati secondi in classifica da noni, siamo arrivati agli ottavi di Champions. In Turchia è un grande club, l'Inter è la stessa cosa, momento di difficoltà, ma è un grandissimo club. Potrebbe essere la stessa situazione e speriamo sia uguale anche alla fine. 

-Obiettivi stagionali?

Quelli che la società si è prefissata all'inizio, è un momento un po' così, ma mancano 5 mesi, tutto può accadere nel calcio, molto dipende da noi. Perdere non fa molto piacere, ma quando si ricomincia un po' di sofferenza deve esserci. 

-Figura di Zanetti importante?

E' importante, ha fatto la storia qui, è stato un professionista esemplare, deve essere un riferimento, un esempio, è molto importante. 

-Quando l'Inter ti ha contattato?

Ci ho pensato un po', poi continuavano a chiamarmi, sono quei giorni in cui uno ci pensa, l'istinto era quello di non tornare in Italia, poi ha chiamato l'Inter. Era un po' difficile per me dire di no. 

-Calcio inglese?

Io mi sono adattato un po' a loro e loro si sono adattati a me, ho avuto fortuna all'inizio, le cose sono andate bene. Ci siamo adattati a vicenda. Il calcio inglese poi è diverso. Gli arbitri fischiano meno, i giocatori simulano meno, alcune cose lo rendono più veloce e più bello da vedere. 

-Ritorno sulla panchina dell'Inter?

Di solito non si torna mai dove si è fatto bene, c'è solo ilr ischio di fare peggio e rovini quanto di buono hai fatto in passato. Ma è una bella sfida, intanto l'ho fatto per amore e affetto per l'Inter, in 4 anni ti affezioni, l'ho fatto per questo e perché è una sfida difficile. Non era mia intenzione tornare in Italia, c'erano altre situazioni non andate avanti. 

-Momento migliore all'Inter?

4 anni bellissimi, non c'è un momento, difficoltà all'inizio, ma 4 anni straordinari. Quando alleni una grande squadra come l'Inter tutti i giorni sono belli. 

-L'Inter era regolare prima? Voleva sempre vincere...

Questo deve essere nel dna di un grande club, deve avercelo dentro, anche quando non ha la squadra per farlo, dvee avere nella mentalità la voglia di vincere sempre, pur non avendo la squadra top, perché piano piano poi ci arrivi. 

-Inter pazza?

E' sempre stata pazza, è la bellezza dell'Inter. Cerchiamo di essere pià regolari e meno pazzi. 

-Cosa pensi di Bonazzoli?

Ha qualità, ma è giovane. Bisogna anche saper aspettare e capire che possono commettere anche errori. ha qualità enormi, può avere un buon futuro, dipende da chi gli sta intorno ma soprattutto dal ragazzo. Molti ragazzi hanno qualità e poi si perdono per strada. Io credo che si possa migliorare sempre, ho giocato con tanti che hanno iniziato giovanissimi e a 30 anni hanno avuto ancora dei miglioramenti. Oggi a volte manca la serietà fuori dal campo, è un lavoro bellissimo che però non dura tanto, bisogna saper sfruttare l'occasione. A chi viene data la possibilità di giocare non deve sprecarla, ma sfruttarla.

-Giovani?

Sono per i giovani, se hanno qualità e meritano avranno sicuramente spazio.

-Cosa avresti fatto se non fossi diventato un calciatore?

Ho sempre pensato di voler fare il giocatore da bambino, quando non andavo a scuola seguivo mio padre nel suo lavoro che mi affascinava molto. 

-Calcio italiano?

Le squadre che spendono sono poche, sono quelle che incassano tanto, spriamo di poter migliorare queste cose.

-Cosa pensi di Podolski?

I tedeschi all'Inter sono sempre stati molto importanti e hanno fatto benissimo. Se dovesse arrivare questo sarebbe un buon biglietto da visita. L'ho seguito, può fare diversi ruoli, calcia benissimo, ha vinto i Mondiali, ha tanta esperienza e qualità. 

-Partita contro la Juve?

Partita classica del calcio italiano, normale che sia sentita, due grandi squadre. Una partita è una partita, anche se la Juve è prima e ha vinto gli ultimi scudetti, parte avvantaggiata, ma può sempre succedere di tutto.