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Roberto Mancini, nel corso dell'intervista su Sky con Paolo Condò, ha raccontato anche le emozioni dello scudetto con il Manchester City, vinto in modo pazzesco all'ultima giornata: "Noi andammo sotto con il Qpr e loro ad un certo punto rimasero in 10, per fortuna o per sfortuna perché, cosa che non accade mai in Inghilterra, si misero tutti dietro a difendere. Noi segnammo il gol del 2-2 al 92' con Dzeko di testa, con l'arbitro che aveva dato 4 minuti di recupero. Nel momento in cui il Qpr riprese il gioco, il loro allenatore disse ai giocatori che l'altra partita era finita, che erano salvi, e loro, che stavano battendo una rimessa, invece di giocare la palla la tirarono avanti. Era il 92' e qualcosa, ho ancora i brividi a raccontarlo. Io pregavo la Madonna e dicevo: 'non è possibile che ci abbandoni proprio ora'. La palla arrivò a Balotelli, perché lui alla fine c'è sempre, e una palla quasi persa lui riuscì a darla in scivolata ad Aguero, che al 93' e 30 secondi fece gol, quello decisivo. Facilitati? No, assolutamente. Se avessero giocato quel fallo laterale, probabilmente i minuti sarebbero finiti ma noi siamo stati bravi a giocare l'ultima azione e poi in Inghilterra nessuno ti regala niente. Nel Qpr giocava il fratello di Rio Ferdinand tra l'altro".
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