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Mancano solo 17 giorni al debutto ufficiale in campionato, eppure - secondo quanto riferisce La Gazzetta dello Sport-, Mancini starebbe ancora aspettando un cenno dalla dirigenza, per avere conferma che le condizioni poste nell’incontro di giovedì scorso con la proprietà cinese verranno accettate. Malgrado i tanti attestati di fiducia – e qualche promessa che sarebbe già stata fatta – difficilmente invece l’anomalo duo Suning-Thohir dirà sì a rinnovo, centralità sul mercato e richiesta di un interlocutore forte che non sia il Ceo Bolingbroke.
Improbabile per contro che a Mancio venga anche risposto un no secco. Semplicemente dopo i dribbling di Thohir, che a New York è tornato a evitarsi con l’allenatore - spiegando che prima doveva riaggiornarsi con Nanchino – e poi è ripartito, è più che possibile che in questi giorni di rompete le righe dall’alto non arrivi nemmeno una telefonata.
Come sul fronte Icardi, la società deve fissare dei punti fermi e ritiene di aver fatto il possibile per andare incontro a Mancio. Trattenendo (per ora) tutti i big, prendendo – oltre ad Ansaldi, Banega ed Erkin – anche Candreva e cercando di arrivare pure a Gabigol. Anche la fiducia sarebbe attestata, ma
si cerca di sradicare quell’italica mentalità per cui non si può iniziare una stagione con un tecnico in scadenza. Senza dimenticare che quando è arrivato, nel novembre 2014, Mancini ha firmato un contratto in cui il club si riservava l’opzione di affrontare il tema prolungamento entro la prima metà dell’ultima stagione.
Il tecnico avrà tempo sino a giovedì per decidere se impuntarsi – e di fronte a un altro muro riproporre l’ipotesi buonuscita – o se capire che in fondo la rosa e il progetto (futuro, almeno) ci sono. Scommettendo anche su se stesso per allontanare tante ombre. Compresa quella di Simeone.
(Fonte: Luca Taidelli, La Gazzetta dello Sport 02/08/16)
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