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Neanche nel giorno del suo 57esimo compleanno Diego Armando Maradona riesce a risparmiare i suoi attacchi alla federazione argentina e a Mauro Icardi, da tempo suoi "obiettivi preferiti". Intervistato dal quotidiano argentino Clarin, il Pibe de Oro ne ha avute per tutti: "Io non parlo della Seleccion. Ho avuto la fortuna di vedere Messi l'altro giorno nel corso della cerimonia di premiazione del The Best, è splendido, lo vedo molto bene, accompagnato da sua moglie incinta. Ma non mi piace chi vende fumo. Non dimentico che quando ero in Croazia a guardare la finale di Coppa Davis mi chiamò Sampaoli per fare un progetto insieme a Siviglia. Una volta chiamato a guidare la Nazionale non si ricorda nemmeno come mi chiamo. E con la gente falsa, mediocre e che si crede più grande di quanto non sia non avrei mai lavorato. Non vado d'accordo con lui, nè con Tapia, che mi ha promesso una cosa e ne sta facendo un'altra. Sono il più argentino di tutti e non ho intenzione di andare contro il mio Paese. Mi hanno minacciato e più di uno mi ha detto che mi avrebbero ucciso. Non ho paura. Le convocazioni con l'Ecuador? Hanno chiamato un Icardi infortunato nonostante avessero Higuain, che ha sempre fatto gol. Va bene, non ha giocato. Però era lì. Non si può lasciare fuori dalla lista Aguero e convocare un "Pata de lana" (uno che ruba la moglie a un amico, ndr). Quello con la moglie che vuole entrare nel mondo del calcio e diventare sua rappresentante. Quello che gioca a pallone con i figli di Maxi Lopez... Io conosco bene la storia: (Wanda) ha chiamato Bauza tre volte, ha chiamato Martino quattro volte... Me lo hanno raccontato gli stessi tecnici o i loro assistenti. E non so quante volte Wanda Nara avrà chiamato Sampaoli. E' tutta una porcheria, perchè c'è anche un "giocatore, presidente e imprenditore" che si chiama Juan Sebastian Veron, colui che ha fatto le prime convocazioni a Sampaoli".
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