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Tutti con i piedi a terra ben impiantati fino all'obiettivo scudetto. Beppe Marotta prima della partita contro il Crotone ha parlato dell'obiettivo inseguito dalla squadra di Contee di come sta vivendo l'ambiente questo momento.
Queste le parole del dirigente interista:
-Le sue sensazioni a pochi passi dal traguardo...
Chiaramente la sensazione è positiva, ma non abbiamo raggiunto nulla ancora. Non è scaramanzia, ma la realtà dei fatti. Giusto superare questo ennesimo esame che sembra facile ma oggi la classifica non conta. Le motivazioni del Crotone saranno sicuramente forti e noi vogliamo fare una partita come si deve.
-Che presidente si è trovato davanti e che sensazioni ci sono sul futuro del club per quello che vi ha trasmesso Zhang in questi giorni?
Il presidente tornato approfittando di questa apparente tranquilla post-covid per vivere con noi il finale di campionato. E chiaramente per parlare al momento giusto del futuro. Oggi siamo concentrati sul finale di campionato. Ha trovato un gruppo compatto e questo è un merito esclusivo dell'allenatore che ha dato molte motivazioni e obiettivi chiari compattando tutta l'area tecnica.
-Che differenza c'era tra il ciclo aperto alla Juve con Conte dieci anni fa e questo dell'Inter dopo un lungo periodo di digiuno nerazzurro?
Vincere è sempre difficile. Mi ricordo quell'anno, dieci anni fa, la gestione del presidente Agnelli, in un ciclo nuovo, la società era andata in difficoltà negli anni precedenti e abbiamo dovuto faticare, abbiamo supportato Conte. Ci troviamo oggi in una situazione simile. Conte ha valorizzato al massimo i giocatori a disposizione. Sappiamo cosa vuol dire vincere, siamo vicini alla vittoria. C'è la giusta tensione che è anche motivazione per toglierci quella che sarebbe una grandissima soddisfazione.
-La rivoluzione alla Juve potrebbe includere anche Marotta?
No perché io sono arrivato all'Inter su invito di Zhang e vorrei, vorrei, aprire un ciclo anche qua. L'anno scorso siamo arrivati in finale di EL, non dimentichiamocelo. Siamo vicini ad un traguardo importante e sarebbe bello continuare. Al di là delle contrazioni dei ricavi, vista la pandemia che ha interrotto i processi di crescita di tutte le squadre. Quindi dobbiamo fare i conti anche con questo.
-Parola sui giocatori da spendere. Se avessero voluto avrebbero potuto mettervi in difficoltà e non l'hanno fatto in una situazione di emergenza...
Sono professionisti seri. Non abbiamo avuto casi particolari. Di conseguenza il lavoro di Conte è stato difficile ma la sua leadership si è vista tantissimo. Hanno tutti seguito il suo credo. E anche se ci fosse stata la mela marcia, tra virgolette, sarebbe stata isolata dal gruppo prima che da società e allenatore. Così non è stato. I giocatori stanno dimostrando grande professionalità. C'è senso di appartenenza, di attaccamento alla maglia, per molti è un traguardo, pochi hanno vinto dei titoli. C'è tensione ma anche un forte stimolo per arrivare ad un traguardo professionale che forse anche loro non pensavano di raggiungere anche loro così presto.
-Sensi come sta? Si può puntare su di lui per la Nazionale?
Ci sono giocatori che maturano con più lentezza. Se facciamo un paragone con Barella, sono arrivati insieme, Barella si è inserito subito nel gruppo ed è diventato uno dei perni della squadra. Sensi ha qualità ottime, ha avuto a che fare con diversi infortuni ed era in difficoltà per la discontinuità nella preparazione. Ma l'Inter ci punta. Stefano è giovane e anche in chiave Nazionale con Barella e Bastoni rappresentano il futuro del calcio nazionale.
(Fonte: Skysport)
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