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"Presidenti contro manager. Grandi club contro piccoli. Fautori della ripresa a tutti i costi, dopo lo stop Covid, contro frenatori, più o meno espliciti". Apre così l'articolo di Repubblica con il quale il quotidiano illustra le diverse posizioni in Lega, con Beppe Marotta da un lato e Claudio Lotito dall'altra. "«La Lega di Serie A è una jungla», dice un dirigente veterano. «La vedo più come un verminaio», corregge il tiro un presidente. L’ultimo colpo sotto la cinta l’ha assestato Claudio Lotito, convinto che in assemblea debba sedere solo chi mette soldi nei club, a Beppe Marotta, prototipo invece del dirigente per conto d’altri. «Vuole andare via dall’Inter», è la voce messa in giro dai lotitiani – partito di maggioranza relativa in Lega – proprio nel giorno in cui l’ad nerazzurro incassava i complimenti di Zhang per la cessione di Mauro Icardi", spiega nel dettaglio Repubblica.
LE POSIZIONI - Il presidente della Lazio accusa le big italiane di aver tramato con le squadre di bassa classifica per non far riprendere il calcio dato che solo Verona, Samp, Genoa, SPAL, Atalanta e Udinese appoggiano, per il momento, Lotito. "La prossima battaglia sarà per il Consiglio, dove l’Inter occupa due posti: oltre a Marotta, l’ad corporate Antonello. I lotitiani, che sognano un board di soli presidenti, chiedono che Antonello si faccia da parte. Potrebbe subentrargli De Laurentiis, gradito alle grandi, o Setti del Verona, gradito a Lotito", commenta Repubblica che spiega come sia stato il caso Micciché - "una sconfitta mal digerita da Lotito e i suoi" - a far deflagrare i contrasti tra le parti.
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