L'arrivo di Giuseppe Marotta all'Inter ha avuto le conseguenze di un uragano: l'amministratore delegato nerazzurro ha rivoluzionato il club di Suning, imponendo fin da subito la sua filosofia con decisioni e prese di posizione forti e autoritarie, dalla scelta del nuovo tecnico alla gestione dei casi "spinosi" Icardi, Perisic e Nainggolan. Tuttosport analizza il suo avvicinamento al suo terzo derby milanese: "Dal 13 dicembre 2018 l'Inter non è più la stessa. Da quel giorno è iniziata ufficialmente l'avventura dietro la scrivania da amministratore delegato dell'area sportiva di Beppe Marotta. Il dirigente dei record - basti pensare agli affari da oltre 100 milioni in entrata (Ronaldo) e in uscita (Pogba) con la Juve - ha cambiato l'Inter. Se pubblicamente Marotta è entrato in punta di piedi, dall'altra ha voluto subito imprimere la propria filosofia nel club. E da ad nerazzurro, finora, non ha mai perso un derby".
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Marotta, dal Milan solo sfiorato alla rivoluzione Inter. E il suo bilancio nei derby…
L'ad nerazzurro ha cambiato radicalmente il club di Suning
MILAN SFIORATO - "E pensare che Marotta avrebbe potuto vivere questa sfida dall'altra parte del Naviglio. Appena Elliott prese in mano le redini del Milan nel luglio 2018, il primo pensiero della famiglia Singer fu rivolto verso Marotta, allora ancora alla guida della Juventus. Un corteggiamento serrato, ma che alla fine non portò a nulla, con il fondo americano che ha poi rivolto le sue attenzioni solo su Gazidis, anche se all'inizio c'era la volontà di avere due uomini alla guida delle due aree del club. Quello che, di fatto, ha invece portato a termine qualche mese dopo Steven Zhang che a ottobre, dopo l'addio del dirigente lombardo alla Juventus, ha iniziato a flirtare con Marotta, convincendolo ad accettare il progetto nerazzurro, definitivamente sposato a metà novembre dopo un viaggio a Nanchino per conoscere il signor Suning, Jindong Zhang. Marotta è così diventato l'ad dell’area sport Inter, con il confermato Antonello nell'area corporate".
UOMO DERBY - "Marotta finora non ha perso un derby da ad nerazzurro: successo nel suo primo derby nel ritorno della scorso campionato (19 marzo, 3-2 con reti di Vecino, De Vrij e Martinez), netta affermazione per 2-0 all'andata di quest'anno (Brozovic e Lukaku)".
RIVOLUZIONE - "In estate ha portato Conte a Milano e messo a segno i due acquisti più cari della storia dell'Inter (65 milioni più 13 di bonus per Lukaku e 45 più bonus per Barella), mentre a gennaio ha strappato Eriksen alla concorrenza di mezza Europa. Ma soprattutto Marotta ha usato il pugno duro per imporre la sua linea, spazzando via i "simboli" della vecchia Inter: via Icardi - a cui tolse la fascia di capitano -, via Nainggolan (multato e messo fuori rosa per una gara dopo due settimane dal suo insediamento nel dicembre 2018) e via Perisic. E via anche Spalletti nonostante due stagioni di risultati comunque buoni, con l'Inter riportata in Champions".
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