Beppe Marotta, a Skysport, ha parlato della vittoria dello scudetto e di una stagione che si è colorata di nerazzurro in una domenica non qualunque di maggio. Le parole dell'amministratore delegato dell'Inter, collegato dalla sede in centro a Milano:
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Marotta: “Il sogno è la seconda stella! Conte uomo giusto. Le frasi dell’anno scorso…”
L'amministratore delegato nerazzurro è intervenuto ai microfoni di Skysport per commentare la vittoria dello scudetto
-A inizio stagione parlavate di gap con la Juve, mancano ancora quattro giornate e avete vinto. Come è stato possibile colmare il gap?
Diciamo che il gap che c'era era consistente ma a colmarlo abbiamo iniziato già un anno fa. Aver vinto lo scudetto a quattro giornate dal termine è merito della nostra squadra. Il rullino di marcia dice 82 punti e potremmo arrivare a 94 punti e questo vuol dire che siamo andati ad una marcia notevole e non è demerito delle concorrenti che ci hanno inseguito. Direi che il grandissimo merito è di Conte. Lo ha definito un'opera d'arte. Ha portato valori importanti e li ha trasmessi alla squadra. Nessuno aveva vinto un titolo, tranne Vidal. Lukaku era molto emozionato ieri tornando da Crotone. Questo merito va ascritto a Conte che è il leader, è riuscito a portare all'Inter un'insieme di valori assimilati da questi ragazzi che in campo hanno dimostrato i loro miglioramenti.
-Quando hai presentato lui e il conto a Suning, gli hai detto che questo allenatore poteva far vincere l'Inter?
Ho una filosofia mia, un allenatore vincente può avere un costo straordinario, non importa. Meglio un giocatore in meno e un allenatore bravo che un giocatore in più e l'allenatore scarso. Giustamente la retribuzione che ha ottenuto è in sintonia col suo palmares e carriera. Sapevo che era l'uomo giusto? Noi abbiamo preso una decisione impegnativa, avevamo un allenatore che è Spalletti ed è un ottimo allenatore. Ma ho proposto alla società Conte perché ritenevo che era l'allenatore giusto al momento giusto e al posto giusto. Lui ha assunto il ruolo di leader e ha trasmesso le caratteristiche da allenatore alla squadra.
-Vuoi aprire un ciclo all'Inter, come si fa? Alla Juve avevate tanti investimenti...
Sicuramente abbiamo già, con l'avvento di Conte, risolto il problema dell'allenatore. Dà ampie garanzie. La situazione post pandemica ha dato problemi notevoli da un punto di vista finanziario. Dobbiamo creare aggiustamenti nell'ambito del costo del lavoro ma ne parleremo più avanti. Adesso parliamo di un momento magico straordinario. Il sogno è che l'anno prossimo potrebbe coincidere con qualcosa di bellissimo sarebbe vincere lo scudetto e la seconda stella. Sarebbe straordinario per tutti.
-Come ha fatto a ricucire i rapporti tra Antonio e la società. È stato un momento difficile da dirigente?
Quando le cose vanno bene il problema grande diventa piccolo e viceversa. Conosco benissimo Conte e quando lui ha fatto le sue esternazioni voleva stimolare la società. Lui ha una velocità nel fare le cose e noi andavamo un po' lento. Lui ha cercato di farci essere felici nel momento in cui avremmo raggiunto l'obiettivo. Preferisco avere a che fare con una persona trasparente piuttosto che con chi non è chiaro.
-La vittoria è cambio di leadership in Italia?
Noi facciamo il nostro percorso. Abbiamo colmato il gap con la Juve ma ci saranno altre difficoltà dalla prossima stagione. Ci sono anche altre stagione che hanno voglia di vincere come Milan, Napoli e Atalanta tra le favorite il prossimo anno. Gasperini ha seminato tanto e bene e ha la possibilità di consolidare il suo modo di fare calcio, sarà tra le candidate allo scudetto.
-Ma tu perché sei andato via dalla Juve?
Non sono andato via. C'è stata una risoluzione consensuale perché quando la proprietà presenta esigenze e c'è un confronto trasparente in cui emergono delle situazioni, è giusto che si faccia un passo indietro.
-Non ero d'accordo con Ronaldo?
Credo che sia anche un fatto fisiologico. Quando ero arrivato Agnelli era alle prime esperienze. È giusto che la proprietà tracci la sua strada e quando non c'è più spazio bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro. Io sono una persona che accetta le sfide. Quando ho ricevuto il messaggio di Zhang, la domenica mattina, subito dopo la rescissione con la Juve avvenuta sabato, ho accettato subito la sfida sportiva.
-L'acquisto di cui vai orgoglioso all'Inter?
Il ds è Ausilio. Antonello in questo periodo si è dedicato alla gestione quotidiana delle tante problematiche. L'acquisto più difficile perché era un investimento importante è stato Lukaku. Ma lì un ruolo importante l'ho avuto Conte che ne ha parlato dando ampie garanzie su quanto avrebbe potuto dare alla squadra e anche lì Antonio è stato vincente.
(Fonte: Skysport)
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