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L’Inter chiuderà domani il ritiro a Pinzolo, ritiro a cui è mancato lui: Marco Materazzi. Dopo 10 anni Matrix non indosserà la maglia nerazzurra, avendo salutato l’Inter con un anno di anticipo rispetto a quello che c’era scritto sul contratto.
La prima domanda cui l’uomo-simbolo nerazzurro risponde alle pagine della Gazzetta dello Sport, è proprio sul perché di questa scelta: “Alla fine della scorsa stagione mi è stato detto che non rientravo più nei piani del vecchio allenatore, che fosse stato per lui non avrei fatto parte neanche della lista Champions: una specie di "minaccia", ma il motivo vero non lo conosco".
Lui certamente, però, può provare ad immaginarlo: “Pare che io sia stato definito "impegnativo". Ma io non sono uno che si incazza se non gioca, non l'ho mai fatto, neanche una volta". Materazzi, comunque, è sereno. "Tutte queste cose le ho già dette lui, perché io non sono uno che parla alle spalle. ’Sta cosa mi ha sempre fregato, è stata la mia condanna. Una cosa mi interessa che sia chiara: lasciare l’Inter un anno prima non è stata una mia decisione".
Adesso all'Inter, però si è aperto un nuovo capitolo, quello di Gasperini: "Non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo, adesso deve pedalare per far vedere che il soprannome Gasperson lo merita davvero".
A chi può andare l'ultimo grazie se non a Massimo Moratti: "A lui perché per lui andrebbe benissimo il prossimo tatuaggio che mi farò: "Don’t judge a book by its cover". Mai giudicare un libro dalla copertina, perché l’apparenza inganna, e lui non si è mai fidato di quello che gli dicevano di me tutti quelli che non mi vogliono bene. L’ultimo tatuaggio fatto, invece. è lo stemma dell’Inter, sul cuore: avevo lasciato il posto, adesso che non sono più un giocatore dell’Inter potevo farlo senza rischiare che nessuno mi desse del ruffiano".
Per finire, un occhio al futuro: "Mi sono dato tempo fino a fine agosto: se arriva un’offerta che mi gratifica gioco un altro anno, altrimenti c’è già un accordo per iniziare a lavorare in società. Il ruolo si definirà con il tempo, ma inizierò collaborando con Piero Ausilio: settore giovanile e scouting di giocatori. Magari il patentino da allenatore lo prendo, ma penso sia un ruolo troppo impegnativo: anche per uno impegnativo come me...".
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