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Oaktree però è un fondo che deve far rendere l’asset a livello finanziario.
«Ma l’Inter sta facendo bene non soltanto sul fronte sportivo. E poi anche a Liverpool è entrato un fondo che poi ha vinto tutto quello che si poteva. Un fondo in cui c’era gente come LeBron James. Non mi stupirei se anche dietro a Oaktree ci fosse gente del genere. Ideale perché ha spirito competitivo».
Un messaggio per Steven.
«Grazie per avere mantenuto le promesse. Aveva detto che voleva portare l’Inter sul tetto d’Europa e del Mondo. C’è quasi riuscito... Tanto di cappello per quanto è stato fatto. Ora inizia una nuova era e serve continuità. Credo che Oaktree abbia già studiato e capito che l’Inter è una famiglia rispettata nel mondo. Lo stadio è sempre pieno, la società spinge nella giusta direzione. Prima del Covid era impensabile che sarebbe arrivata a questi livelli. Discorso che vale anche per il calcio italiano che sembra sempre lontano dalle big europee ma che poi va nelle finali delle Coppe. Avremo meno soldi delle inglesi, ma più idee e determinazione. L’Italia è fatta così, anche con la Nazionale poi rompe le scatole a tutti».
Quanto è importante mantenere l’Inter competitiva?
«Non credo che Oaktree commetterà l’errore dell’altra squadra di Milano, che ha mandato vie gente competente come Maldini e Massara, usata come capro espiatorio perché forse toglieva la scena a qualcuno. Paolo aveva visto giusto anche su De Ketelaere... Capisco che un fondo debba fare gli interessi degli investitori. Ma mi sembra evidente che vale la pena scommettere sull’Inter».
E se Oaktree dicesse che bisogna ripartire dai giovani?
«Ma i giovani li abbiamo già! La grandezza di Marotta e Ausilio è stato creare un mix tra gente di prospettiva e parametri zero esperti e abituati a vincere. Basta portare avanti questa formula vincente».
I tifosi sono in apprensione per i rinnovi di tre colonne come Inzaghi, Barella e Lautaro.
«L’importante è che ci sia chiarezza. Una volta che c’è quella sono sicuro che i miei capitani Lauti e Nicolò non avranno problemi ad aspettare un passaggio societario che va fatto con i giusti tempi tecnici. Non è colpa di Antonello, Marotta o Inzaghi se trattative congelate in attesa del rifinanziamento ora rischiano di allungarsi ulteriormente a causa degli sviluppi societari. Mi sembra di capire che tutte le parti sono già d’accordo e che ci sia la volontà comune di andare avanti insieme. Se fossi uno dei due, avendo chiaro quanto la chimica che si è creata con la società, l’allenatore, i compagni e soprattutto i tifosi sia veramente unica. Un margine di attesa lo offrirei alla mia squadra del cuore. Anche perché loro con tutto il rispetto non si chiamano Milan, come Skriniar».
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