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Materazzi: “Sono stato vicinissimo al Milan, ma il mio cuore…”. E su Balo, Ibra e Pallone d’oro…

Eva A. Provenzano

Vicino, vicinissimo al Milan. Marco Materazzi la maglia rossonera poteva indossarla nel 2005, ma non se l’è sentita (e non ha voluto accontentare suo figlio, tifoso milanista). Lo racconta lo stesso giocatore in un’intervista a...

Vicino, vicinissimo al Milan. Marco Materazzi la maglia rossonera poteva indossarla nel 2005, ma non se l'è sentita (e non ha voluto accontentare suo figlio, tifoso milanista). Lo racconta lo stesso giocatore in un'intervista a 'La tribù del Calcio', rubrica di Mediaset Premium curata da Paolo Ziliani. Matrix, in esclusiva ai microfoni di Antonio Bartolomucci dice:

"Mancini non mi vedeva, voleva che me ne andassi: c'era anche il Villareal che mi cercava, mentre a me premeva soprattutto andare a giocare per guadagnarmi il Mondiale. Non ho problemi ad ammetterlo: fui vicinissimo a firmare col Milan, poi però parlai con Lippi, il ct mi disse di non preoccuparmi, che un posto tra i 23 me l'avrebbe dato comunque e quel colloquio fu la mia fortuna. Decisi di restare dove il cuore mi diceva di stare, Lippi mantenne la promessa, mi portò in Germania e poi quel che successe lo sapete", sostiene il giocatore interista.

La puntata che andrà in onda su Premium Calcio alle 21 domani sera rivela anche i retroscena del rapporto tra il difensore nerazzurro e Mario Balotelli:

"Uno schiaffo e una scarpa in faccia gli sono arrivati, ma quando l'hanno operato, ed era in ospedale, c'ero io a mezzanotte a fargli compagnia e ad andare a prendergli le merendine alla macchinetta".

E poi su quello tra lui e Ibra: "Lo scontro nel derby? Semplicemente io mi sono fermato per non fargli del male, lui invece no. Ma va bene così. La verità è che noi dell'Inter lo dobbiamo ringraziare: se un anno fa avessimo incontrato il Barcellona senza lui in campo, forse non ce l'avremmo fatta a eliminarli e non avremmo mai vinto la Champions", continua Materazzi.

Inevitabili le domande sul tema 'Pallone d'oro'. Pure lui nel 2006 poteva vincerlo (beh se l'ha vinto Cannavaro...): "Avrei meritato di essere almeno preso in considerazione, invece pagai la fama del cattivo, per via della testata di Zidane e France Football m'inserì nemmeno fra i 30".

E l'indimenticabile, anzi il dimenticatissimo 5 maggio: "L'ultima partita in casa della Lazio la perdemmo per nostro esclusivo demerito: ma il ricordo di quella stagione è brutto per tutto quello che successe prima ai nostri danni, a cominciare da un incredibile rigore fischiatoci contro a Venezia, con lo stesso Maniero a meravigliarsi e a dire: ma quale rigore?".