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Mazzarri: “Hernanes ragazzo d’oro, odio il ‘piangina’. Se Thohir viene domani…”

Eva A. Provenzano

Ospite negli studi di SkySport24 per presentare la sua autobiografia, “Il meglio deve ancora venire”, Walter Mazzarri ha risposto alle domande dei giornalisti in studio. Ecco cosa ha detto il tecnico dell’Inter: IL LIBRO –...

Ospite negli studi di SkySport24 per presentare la sua autobiografia, "Il meglio deve ancora venire", Walter Mazzarri ha risposto alle domande dei giornalisti in studio. Ecco cosa ha detto il tecnico dell'Inter:

IL LIBRO - "Il titolo mi sembrava bello, mi sento ancora motivato e spero sempre di fare qualcosa di meglio. Esce in un momento delicato per la squadra e spero porti fortuna anche alla mia squadra". 

HERNANES - "Voi valutate gli allenatori in base a quello che vedete dopo le partite e dietro ogni uomo però c'è una persona. Così sono anche i giocatori. Di lui so che a livello umano è un ragazzo d'oro. Se ho mai pianto io? Dopo l'ultima a Napoli avevo deciso di annunciare ufficialmente ai miei ragazzi di andare e quando ho visto cosa avevo visto una cosa alla lavagna, mi è venuto un nodo alla gola e non sono riuscito a dirlo". 

THOHIR AD APPIANO - "Che notizia mi date? Non mi informa nessuno. Di lui ho avuto una bella impressione, è molto giovane, è entusiasta, ha voglia di lavorare, di fare. Quello che ci siamo detti mi è piaciuto, apprezza il mio gioco, il mio lavoro. Finora di lui posso dire solo bene". 

PIAGNINA - "Questo termine proprio non lo sopporto. Mai è successo che i miei tifosi lo abbiano detto. Di solito lo dicono gli avversari. A volte dire quello che pensi, quello che non conviene, fa dire certe cose. Vedono solo quello che gli conviene vedere perché non sono dalla mia parte. Io ricevo attestati di stima da chi è dalla mia parte perché difendo la mia squadra. Poi ci sono punti di vista diversi e va bene così". 

MANICHE DI CAMICIA - "Ho sempre la febbre di base. Quando sono sotto adrenalina la mia temperatura sale. Ho il cpk esagerato, come un giocatore ad altissimo rendimento. Il mio si alza tantissimo dopo i novanta minuti. Con la contrazione muscolare questo valore aumenta, ma il mio aumenta come se giocassi".

I COLLEGHI - "Non curo il rapporto con i miei colleghi. Io entro in gara un'ora e mezza prima, vedo cosa devo fare per la squadra e tutto quello che c'è intorno non esiste, mi scordo che dall'altra parte c'è un collega. Ora con l'esperienza ci sto più attento e dico ai miei collaboratori di ricordarmelo". 

CHI SI ARRABBIA - "Siamo stati attenti in questo libro a dire le cose in generale e non siamo entrati nella sfera privata. Sono aneddoti, sono dialoghi improntati sul rispetto e sulla signorilità ed è tutto vero quello che abbiamo scritto, le ho vissute e abbiamo cercato di spiegare quello che io provavo in certe situazioni, come quando ho portato il Napoli in Champions. Ho pensato a mio figlio in quel momento, sono cose a cui nessuno pensa". 

CONCENTRAZIONE - "Mi trasformo quando sono in campo, sono concentrato sulla partita, non vedo altro. Sono concentrato sul rodeo". 

COSA EVITEREI - "Io ho sempre cercato di dimostrare a me stesso di riuscire a fare bene la mia squadra in campo. Tutto il resto è sempre stato in secondo piano. Il mondo della comunicazione l'ho assorbito, mi sono dovuto adeguare, preparare a questo aspetto. Quando i miei giocatori mi seguono va bene così. Tutte le altre cose rispetto al campo le faccio meno volentieri". 

MAI VISTO IL MARE - "Ho vissuto intensamente la carriera e l'unica soddisfazione era godermi un po' d'aria, un po' di sole prima di andare a lavorare. Il freddo di Milano non lo sento. A Napoli con Santoro in centro. Ma se sono stanco preferisco stare in casa, non uscire, l'ho fatto sempre, in qualsiasi città. Tutto è sempre fatto in funziona del mio lavoro e i miei presidente questo lo apprezzavano".

CERTEZZA - "Se avessi saputo prima della cessione a Thohir avrei accettato? Io non guardo mai indietro. Ho avuto quella sensazione, il passaggio di società non è che non mi abbia mai toccato, è stata una sfida più grande, da superare". 

KLOPP - "Lavoro per battere la squadra più forte del mondo? E' come quando diciamo 'sono tutte finali', ogni allenatore usa modi di dire per colpire e dare un input, servono per andare oltre i limiti. Non accontentarsi mai è importante, bisogna sempre giocare al massimo. Se io dico che sono tutte finali è perché so cosa intendo, so come un giocatore affronta una finale, nell'attenzione, nella preparazione, nei minuti prima della gara, tutto quello che è il calcio viene estremizzato solo nelle gare importanti, ma se ti chiami Inter devi avere una mentalità vincente".

FUTURO - "Il presidente di una società? Si vorrei farlo prima di smettere con il calcio. Ho fatto tante esperienze, ho fatto tutti i gradini. Capisco tutto del calcio, anche il mondo del magazzaniere. All'inizio dovrei fare l'allenatore presidente". 

JUVENTUS - "Parliamo del libro. La mano a Conte? La stringo certo. Sto migliorando in questo, devo farlo, è una cortesia, poi se non ci incontiamo pazienza". 

D'AMBROSIO - "L'ho salutato volentieri perché altre squadre gli hanno fatto offerte, ma lui ha voluto l'Inter e ho saputo che gli piaceva allenato da me perché mi considera uno che gli può dare qualcosa".

I GIOVANI - "Io parto dal settore giovanile. Ho fatto esordire tanti ragazzi alla Reggina. Vedete cosa dice Rolando Bianchi. Dire dei giovani e basta è limitante, ci sono tanti giovani, poi bisogna chiedere quali sono gli obiettivi di classifica facendo giocatori giovani e tutti da scoprire. Cosa volete da Mazzarri? Che vinca lo scudetto con tutti esordienti? I parametri devono essere valutati oggettivamente. Io sono un professionista, i miei presidenti guardano i miei numeri. Una squadra di tutti giovani posso anche salvarla con tutti i giovani. Anche la Juve che ha vinto lo scudetto non ha vinto con tutti giovani, Pogba ha fatto un processo di crescita. Come io ho fatto a Napoli con Insigne e da lui si poteva ripartire se fossi rimasto a Napoli. Cavani era un giovane che doveva essere valorizzato e chi è che l'ha aiutato a valorizzarsi? E Lavezzi ed Hamsik avevano lo stesso valore? Ho lavorato anche per la società.

ALVAREZ-KOVACIC-ICARDI- "Alvarez? Cerco di farlo con tutti. Kovacic? E' ancora più giovane di loro. Lui ha delle belle doti, lo porti in una squadra che pensa sempre allo scudetto, deve crescere, far passare il suo tempo, non deve sentire responsabilità di essere quello che fa vincere o perdere una squadra altrimenti lo bruciamo e se fa entra ed esci, il ragazzo cresci. Icardi? Gli ho detto di prendere esempio da chi ha vinto tutto, di sapere quanti sacrifici hanno fatto". 

INCOMPRESO - "Noi viviamo di risultati. Sarei più simpatico se vincessimo due partite di fila. Poi con voi bisogna comportarsi sicuramente in maniera diversa che nella vita di tutti i giorni". 

MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE - "Ligabue, ho preso spunto da quello. Perché é come me. Uno che ci mette l'anima nella sua musica".

ALLENATORE - "Non ero adatto a fare il calciatore. Allenare mi piace. Io credo di riuscire a seguire un mio giocatore a 360° e prima credo ci fosse meno attenzione sui giocatori. Se mi avessero seguito come ho seguito io i miei ragazzi sarebbe stata una carriera diversa la mia".

THOHIR - "Se viene alla Pinetina parlerà lui alla squadra".