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Medel: “Pitbull? Per Obi Chihuahua. Quant’è forte Kovacic. WM? Dico solo…”

Alessandro De Felice

La partita contro la Lazio ha evidenziato tutta la sua importanza: senza l’energie di Gary Medel, il centrocampo dell‘Inter rischia di fare acqua da tutte le parti. Il centrocampista cileno non eccelle in qualità, ma in quanto a corsa...

La partita contro la Lazio ha evidenziato tutta la sua importanza: senza l'energie di Gary Medel, il centrocampo dell'Inter rischia di fare acqua da tutte le parti. Il centrocampista cileno non eccelle in qualità, ma in quanto a corsa non teme alcun rivale. L'edizione odierna del Corriere dello Sport riporta l'intervista esclusiva del calciatore nerazzurro, che per la prima volta da quando è in Italia, si racconta liberamente:

"Non sono soddisfatto per questo avvio di stagione, potevo dare di più io e poteva dare di più l'intera squadra. La gara più brutta l'ho giocata contro il Cagliari, mentre quella più bella contro il Sassuolo. Mazzarri? Io con lui mi sono sempre trovato bene, potrei spendere solo belle parole perché è un grande tecnico, uno che lavora molto bene. Purtroppo i risultati non sono arrivati e nel calcio in queste situazioni paga sempre l'allenatore. Adesso c'è Mancini, di lui mi ha impressionato la mentalità vincente e il modo di lavorare. Vuole una pressione molto alta e predilige il calcio offensivo come facciamo noi in Nazionale. E' un grande tecnico.

C'è spazio anche per qualche pensiero relativo alla Champions League e all'Europa League e a tal proposito Gary Medel dimostra di crederci ancora, contrariamente a qualche affermazione di altri suoi compagni meno ottimisti:

"Possiamo farcela, ma dobbiamo migliorare, vincere qualche partita di fila. Dobbiamo lavorare bene e tutti uniti. Dipende da noi, abbbiamo grandi calciatori e io credo in questa squadra. Ci manca una maggiore continuità di rendimento e vincere qualche gara in più al Meazza, dove quest'anno non abbiamo regalato troppe soddisfazioni ai nostri tifosi. Sono fiducioso anche per l'Europa League, il cammino è lungo, ma fare bene in Europa è un nostro obiettivo e una squadra con la tradizione dell'Inter non può che puntare a vincere anche in Europa. Abbiamo tutto per farcela. Per il 2015 vorrei una grande seconda parte di stagione, vogliamo arrivare vicini ai primo posti in classifica e vincere l'Europa League. 

Poi il discorso si sposta sulla Serie A e ai suoi compagni di squadra:

"E' un torneo molto competitivo, tutte le squadre sono dure. In Italia non esistono partite semplici, neanche se una squadra importante affronta le ultime in classifica. Le differenze con Liga e Premier? In Inghilterra il gioco è più fisico e ci sono più lanci lunghi, mentre in Spagna c'è meno equilibrio rispetto all'Italia. Con chi vado maggiormente d'accordo? Carrizo, Palacio, Icardi e tutti i sudamericani. E' anche una questione di lingua. L'Italiano? Capisco quasi tutto, ma ancora non lo parlo, preferisco lo spagnolo. Chi tra i miei compagni mi impressiona di più? Kovacic è davvero forte, è in grado di fare la differenza. Degli avversari dico Cuadrado, con quei dribbling e quella velocità è difficile da fermare. 

Gary Medel parla anche della prossima gara di campionato: il 6 febbraio ci sarà la sfida contro la Juventus e il centrocampista vorrebbe farsi un regalo:"Segnando alla Juve e soprattutto battendola mi farei un bel regalo. La formazione di Allegri ha molti calciatori di livello e la classifica lo dimostra. Per me vincerà il campionato anche quest'anno, nonostante la Roma sia un avversario importante. Non ho ancora parlato con Vidal, magari glielo accenno al suo matrimonio.  Perché non sta rendendo come in passato? Ha avuto un problema al ginocchio ed è stato condizionato nel finale della scorsa stagione e durante la preparazione. Sta forzando per tornare al 100% e migliorerà molto, ma non mi sembra stia facendo male, anzi."

L'attenzione si sposta poi sull'aspetto tattico e sui motivi che lo hanno spinto ad accettare l'Inter:

"Quale posizione mi piace occupare? In Nazionale faccio il centrale difensivo della linea a tre, ma mi piace di più stare davanti alla difesa. Se per me è stato difficile raccogliere l'eredità di Cambiasso? Lui è un grande e la gente dell'Inter non lo dimenticherà mai, io però penso a me, alla squadra e a dare il massimo per l'Inter. Quando ho saputo che l'Inter mi voleva non ho avuto dubbi perché è una grande squadra, che in Cile ha tanti tifosi. Nella sua storia i nerazzurri hanno avuto grandi calciatori, tra cui il mio connazionale Zamorano. Prima di venire ho parlato con lui, mi ha detto che se avessi accettato non mi sarei sbagliato. Aveva ragione. 

Non mancano alcune curiosità sul soprannome, sui due nomi (Gary e Alexi) e sul numero di maglia:"quando facevo parte della Nazionale under 20 del Cile un mio compagno, Rodrigo Alejandro, iniziò a chiamarmi così(pitbull) perché in campo aggredivo qualsiasi avversario avesse il pallone. E' un soprannome che mi piace. Anche in Pinetina mi chiamano tutti così, tutti tranne Obi che invece per scherzare mi chiama Chihuahua. A casa invece ho uno Shar Pei. Ho due nomi perché a mia madre piaceva l'attore Gart Cooper, mentre il nome Alexi semplicemente piaceva a mio padre. Perché proprio il numero 17? Non sono superstizioso, non sapevo neanche che fosse considerato come un numero sfortunato. Il tempo libero? Lo uso per andare al cinema e per portare a cena fuori la mia fidanzata, che adesso mi renderà di nuovo papà. Non conosco ancora il sesso del bimbo, speriamo solo che non siano altri due gemelli. Ho giàà dato.

Medel parla anche del suo passato e delle difficoltà economiche della sua famiglia:"Eravamo quattro fratelli e la mia era una famiglia povera. I miei genitori hanno fatto di tutto per crescerci bene in un barrio complicato. Barrio Conchalì era un pò pericoloso e di pistole in giro ce n'erano diverse. Anche tra le persone che sono cresciute con me. A qualche mio conoscente è capitato di prendere strade sbagliate e di perdersi. Io a cinque anni ho iniziato a giocare a calcio nel club del mio barrio. Tanto calcio e poca scuola. Anche mio fratello Kevin gioca a calcio, ha 18 anni e milita nell'Universidad Catolica. Se l'ho consigliato all'Inter? Prima di venire in Europa deve affermarsi in Cile, c'è ancora tempo.