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Nessuno lo aveva capito, concentrati, com’eravamo, su Skriniar e Godin. Baluardo di Spalletti il primo, difensore di carisma e fama internazionale il secondo. E de Vrij? Si, bravo anche lui. Dicevamo. Una lettura superficiale, quella che fortunatamente non ha avuto Antonio Conte quando in viale della Liberazione si è presentato il Barcellona con una richiesta precisa: ci sono 50 milioni sul piatto, ci date de Vrij? Il momento non era dei più semplici, l’Inter rincorreva plusvalenze e la proposta non poteva essere respinta a priori. Così Marotta e Ausilio ne hanno parlato a Conte, che di fronte all’eventualità non ha mantenuto la calma: «de Vrij non si muove da qui». Così è stato.
SENZA SBAVATURE - L’olandese è fondamentale per le idee di gioco di Conte e in nerazzurro è l’unico veramente in grado di far ripartire l’azione dalle retrovie. Ha piede e ha tempi di gioco, il pallone tra i suoi piedi non scotta mai e questa per un difensore non è dote comune. Per questo ed altri motivi, in poco tempo, de Vrij è diventato l’unico vero insostituibile della retroguardia, dato che Skriniar non si è ancora del tutto adattato al cambio modulo e lo stesso Godin ha vissuto qualche serata complicata (contro Barcellona e Juve). Chi non ha mai sbandato, invece, è Stefan de Vrij, che partita dopo partita acquisisce sempre maggiore convinzione nei propri mezzi.
LA PROFEZIA DI CONTE - Perno centrale della difesa a tre, l’olandese rappresenta per Conte ciò che in passato era stato per lui Bonucci. Il tecnico salentino lo aveva previsto e per questo motivo l’assalto del Barcellona è stato immediatamente respinto. Oggi de Vrij è il leader tecnico e spirituale della difesa nerazzurra, l’elemento più solido della corazza. Una previsione che a giugno sarebbe stata difficile per tutti ma che Conte aveva messo in preventivo. De Vrij più importante di Skriniar e Godin, nessuno lo avrebbe mai detto, e invece…
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