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Il Messaggero: “Inter prima grazie al catenaccio 4.0 di Conte. Ma non è quel che si pensa”
La febbre del gol sta calando. Il turno infrasettimanale, sottolinea il Messaggero, ha spento un po' gli entusiasmi circa la rinnovata voglia di attaccare che caratterizzerebbe il campionato italiano.
La Serie A è scesa sotto la media delle tre reti a partita, allontanandosi dalla stagione record, settant’anni fa, 1950-51, titolo al Milan, capocannoniere Nordahl a quota 34 e 1.192 gol segnati in tutto (3,14 di media).
E in tutto questo, il quotidiano romano ci vede emblematico il primato dell'Inter di Antonio Conte.
"Alla squadra volata via a punteggio pieno, di fare incetta di gol importa il giusto. Dopo il debutto con il Lecce, l’Inter ha poi vinto tre volte con un gol di scarto e 2-0 nel derby. Soltanto a Cagliari il formidabile Handanovic si è dovuto chinare a raccogliere un pallone nella sua porta.
Siamo tornati al vecchio e italianissimo primo non prenderle? A giudicare dalla formazione schierata da Conte contro la Lazio, verrebbe voglia di rispondere di sì. Davanti al portiere c’erano cinque difensori veri: D’Ambrosio, Godin, De Vrij, Skriniar e Biraghi, cioè tre centrali puri e, nel ruolo di esterni a tutta fascia, due giocatori che a tutti gli effetti possono essere definiti terzini. Eppure, poi rivedi la partita, tutte le partite dell’Inter, ne verifichi le statistiche e ti accorgi che mai la squadra si arrocca, anzi tende a mantenere il controllo del gioco, prevale nel possesso palla (solo nel derby si è fermata al 49%) ed è sempre aggressiva, attaccando gli avversari in ogni zona del campo. Insomma, un primo non prenderle assolutamente modernizzato, un catenaccio 4.0 si potrebbe dire, scherzando un po’ ".
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