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Messi, addio al Barça: vuole salutare gratis il club. City e Psg in pole, l’Inter sogna e ha un vantaggio

Andrea Della Sala

Il fuoriclasse del Barcellona ha comunicato di voler lasciare il club catalano, tra le pretendenti ci sarebbe anche l'Inter che può sfruttare i bonus fiscali

Non solo il lungo summit in casa Inter per decidere il futuro della panchina e di Conte, la giornata calcistica di ieri è stata scossa da un'altra notizia importante. La volontà di Messi di lasciare il Barça. L'argentino lo ha comunicato al club tramite burofax, mezzo utilizzato in Spagna per le comunicazioni importanti, e ora la questione può finire in tribunale.

"I Messi vogliono andare gratis. Si appellano a una clausola inserita nell’ultimo contratto firmato nel 2017: un accordo da 440 milioni di euro (lordi) per 4 stagioni che prevedeva per Leo la possibilità di liberarsi a costo zero dopo il terzo anno, quindi il 2020, a patto di avvisare il club entro il 31 maggio. La data è scaduta senza notizie dei Messi, che però sostengono che visto che causa coronavirus la stagione e il contratto stagionale si sono protratti fino ad agosto, la cosa vale anche per la clausola liberatoria. Che cancellerebbe così la clausola da 700 milioni dell’argentino, che già deve trovare un club disposto a versargli almeno 50 milioni di euro netti a stagione lasciandogli il 100% dei diritti d’immagine", si legge su La Gazzetta dello Sport.

"È complicato trovare un acquirente per Messi. Il Manchester City ha i soldi mediorientali, la dirigenza catalana, un allenatore, Guardiola, che stima Leo più di ogni altra cosa e che senza di lui non ha più vinto la Champions, un centravanti, il “Kun” Aguero, che per Messi è quasi più amico di Suarez. Una squadra che cerca disperatamente la Champions. Come Messi. E come il PSG. Altra possibile pretendente. Alcuni dicono Manchester United, però il progetto sportivo sembra poco allettante. E poi c’è l’Inter: che può essere lontana dalla conquista della Champions e indietro economicamente. Però a Milano Jorge e Leo Messi hanno appena comprato casa e il primo ha preso anche la residenza e aperto una partita Iva. Motivi fiscali legati a business collaterali dei Messi nella moda. Però è anche vero che il decreto crescita abbatterebbe il costo dell’ingaggio di Messi rispetto alla fiscalità vigente in Inghilterra o in Francia. Notte da incubo per il Camp Nou, di sogni a Milano, Parigi e Manchester", spiega il quotidiano.