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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il grande ex nerazzurro Mihajlovic, ora allenatore della nazionale Serba, parla della gara di questa sera tra l'Inter e i connazionali del Partizan:
Salve Mihajlovic: cominciamodaMarkovic e gli altri ragazzini terribili o dai terribili tifosi in arrivo?«Cominciamo dal calcio».
Lei ha avuto il coraggio di azzerare la nazionale serba di cui è c.t.: tanti giovani, fra cui proprio Lazar Markovic.«Dei grandi, diciamo così, sono rimasti Ivanovic e Kolarov. per il resto ho voluto ragazzi di 18, 20 e 22 anni. Alcuni, durante le partite di qualificazione, sono rimasti un po’ sorpresi quando hanno incontrato grandi campioni: tutto normale, ma si cresce così. Siamo la più giovane nazionale d’Europa, è un lavoro in prospettiva che darà grandi frutti».
E Markovic è in questo disegno.«E’ fortissimo. Ha 18 anni ma l’ho già fatto giocare con me: di solito parte da esterno offensivo, bravo tecnicamente, vede la porta, ha tiro, personalità e soprattutto non è giusto dire che è velocissimo...».
Nel senso?«Nel senso che sembra cavalchi un motorino: lui vola proprio, voglio vedere come lo fermerà l’Inter. Dopo Jovetic è il miglior prodotto del Partizan degli ultimi anni».
Partizan che ha 27 giocatori serbi in rosa: una fonte inesauribile per la sua nazionale.«Un fonte buona, buonissima. Questo Partizan domina il campionato da anni: ha tecnica e organizzazione, un buon centrocampo e un buonissimo attacco. Unico neo, la difesa: lì l’Inter dovrà insistere».
Altri gioielli?«Penso a Nemanja Tomic, attaccante esterno pericolosissimo. Poi Marko Scepovic: non so se giocherà perché arriva da un brutto infortunio al ginocchio, ma con le dovute proporzioni sa un po’ di Ibrahimovic, tecnica e fisicità. Poi? Nikola Ninkovic, ’94, centrocampista offensivo. Tutti bei tipi, sanno giocare a calcio. Io sarò a San Siro per osservarli».
Ora, il tema caldo: la tifoseria.«Non posso sapere se succederà qualcosa di grave: questa del Partizan è certamente una tifoseria caldissima, in positivo e in negativo. Io ho cercato di cambiare la mentalità di quelli che vengono a vedere la nazionale: ora non fischiano più l’inno avversario, prima sì; adesso non portano più petardi o cose del genere, prima un bel po’. Poi in trasferta non so che succede: spero nulla di male, anche perché siamo super osservati e soprattutto perché non possiamo permetterci di fare altre figuracce (dopo quelladi Genova, ndr)...».
Lei (dopo Inter da vice e poi in solitaria a Bologna, Catania e Firenze) ha chiuso con la panchina in Italia?«Non è detto. La Federcalcio serba voleva che firmassi quattro anni ma io ho deciso di farlo solo fino al 2014. Dopo, si vedrà. Ho la speranza di andare al Mondiale con i miei ragazzi, sarà dura ma ci proviamo. L’Inter? Contro il Partizan non sarà una passeggiata e per lo scudetto vedo più forti Juve e Napoli. Poi attenzione: avendo così tanta gente di classe e da gol là davanti tutto può succedere...».
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