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MIHAJLOVIC: “MOU MI PIACE SEMPRE DI PIU’. CAMPIONATO APERTO, PER L’INTER L’OSSESSIONE E’ LA CHAMPIONS”. E SU IBRA…

Sinisa Mihajlovic, in una lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato della sfida che venerdì vedrà opposto il suo Catania all’Inter di Josè Mourinho. E proprio su Mourinho arrivano le dichiarazioni a sorpresa dell’ex...

Daniele Mari

Sinisa Mihajlovic, in una lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato della sfida che venerdì vedrà opposto il suo Catania all'Inter di Josè Mourinho. E proprio su Mourinho arrivano le dichiarazioni a sorpresa dell'ex interista. Da detrattore a fan, Mihajlovic mostra di aver cambiato, almeno parzialmente, idea sullo Special One:

Mihajlovic, lo sa che tra due giorni mezza Italia tiferà per il Catania?«Milanisti e romanisti, probabilmente, ma io non posso pensare allo scudetto. Io devo sal­vare questa squadra, perché se lo merita»Per lei quella contro l’Inter è la partita del cuore.«Una delle partite del cuore, perché quando incontro la Lazio o la Sampdoria le emozioni sono le stesse. Squadre a cui ho legato la mia vita. Ma in campo i sentimenti non possono trovare spazio. L’Inter vuole lo scudetto, il Catania vuole la salvezza».Meglio incontrarli ora che non volano più.«Questo non lo so, è difficile scegliere il mo­mento più opportuno per affrontare un’av­versaria. L’Inter è talmente forte, che fa pau­ra davvero. Però…».Però?«In questo momento il Catania può battere chiunque, perché sta bene».Vuole riaprire la lotta per lo scudetto, pro­prio lei ex interista?«La lotta si è già riaperta da qualche setti­mana, ormai quattro punti di vantaggio non sono più una garanzia. Io, alla Lazio, ho per­so lo scudetto con nove punti in più e l’ho vin­to quando di nove punti ero sotto. Voglio vin­cere, mi auguro per il presidente Moratti e per i tifosi nerazzurri che l’Inter conquisti il titolo».Milan o Roma, dietro all’Inter?«Oggi dico Milan, ma in una settimana può cambiare tutto. Occhio alla Roma».Ma perché l’Inter, in volata, ha sempre il fiatone? E’ successo anche all’epoca di Man­cini.«Nel suo dna, evidentemente, ha la sofferen­za come destino. Ma non solo: è la Champions la vera ossessione dell’Inter, ormai da anni. Lo scudetto, adesso, lo danno quasi per scon­tato, rappresenta il minimo per i nerazzurri».Neanche Mourinho si è avvicinato al­l’obiettivo.«Lui ha preso una squadra molto forte, che aveva iniziato un ciclo importante, e l’ha rin­forzata in modo spaventoso. E’ stato bravo a farsi comprare da Moratti i giocatori che vo­leva. Ora se la gioca contro il Chelsea: ha un piccolo vantaggio, può sfruttarlo».L’Inter ha cambiato la panchina proprio per vincere la Champions, ma per ora non si sono visti grandi progressi.«Io dico la verità: appena arrivato in Italia, il tecnico portoghese mi stava sulle scatole, non sopportavo i suoi comportamenti. Ora ho cambiato idea, per me è un grande personag­gio. Lo stimo».Si spieghi meglio, per favore.«Lui tratta male i suoi interlocutori, spes­so chiunque si trovi davanti a lui, a volte prende in giro anche voi giornalisti, ma tutto gli viene permesso. Lo dico in senso buono: quindi alla gente piace. Faccio un esempio: se in Serbia si esponesse così e usasse le stes­se tecniche di comunicazione, non durereb­be più di un mese. Chiedete a Zenga cosa gli è successo: due dichiarazioni fuori dalla nor­malità ed è dovuto andare via da Belgrado».Viva Mourinho, allora.«E’ giusto che faccia così, mi piace sempre di più. Se se ne andasse, mi dispiacerebbe. Aspetto sempre con curiosità di vedere che cosa dice o che cosa combina».A proposito di gente che se n’è andata: si aspettava il divorzio tra Inter e Ibrahimo­vic?«Sì, perchè Ibra non può stare più di due o tre anni in una squadra. Dopo questo perio­do, non sopporta più i compagni e i compagni non sopportano più lui. Un tipo alla Bobo Vie­ri, insomma: straordinari campioni, ma dif­ficili».