- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Intervenuto nell'ultimo incontro del dibattito sul nuovo stadio di Inter e Milan, Paolo Scaroni, presidente rossonero, ha spiegato il perché San Siro non verrà ristrutturato:
"Per poter continuare a offrire ai nostri tifosi una presenza allo stadio a buon mercato, a livello dei prezzi di oggi, dobbiamo costruire nel nuovo stadio una parte che definiamo corporate che offra alle aziende dei posti per poter assistere ad un evento in maniera completamente diversa rispetto ad oggi, come avviene in tutto il mondo. Prevediamo tra 8 e 10mila posti corporate, con prezzi che nulla avranno a che vedere con i prezzi per il pubblico, offrendo ad aziende e sponsor uno spettacolo tutto diverso".
C’è una competitività incredibile nel mondo del calcio in Europa: i due club milanesi vogliono continuare ad essere leader nel calcio europeo. Non è sufficiente esserlo in Italia, vogliamo che Milano giochi un ruolo rilevante nel calcio europeo. Ma è difficile senza mezzi economici competere a quei livelli. Quando abbiamo affrontato il progetto stadio, abbiamo affrontato tutte le ipotesi tra cui ristrutturarlo (San Siro, ndr). Abbiamo analizzato la situazione con esperti e tecnici di stadi, una delle ragioni per cui abbiamo deciso di non ristrutturarlo era che non sarebbe mai diventato quello stadio che questi anni richiedono per club come i nostri. San Siro così com’è non poteva essere ristrutturato per la terza volta, questa ipotesi quindi l’abbiamo scartata”.
“Abbiamo messo a lavorare i nostri esperti, ipotizzando un nuovo stadio sempre a San Siro che risponda a tutti i requisiti economico-finanziari. Abbiamo in mente 1,3 miliardi di investimento, cifra importante che spenderemmo su suolo pubblico con un capitale che sarebbe estero, visto che i due nostri club sono di proprietà estera. E continueremo ad avere, mentre si costruisce lo stadio, una attività agonistica che consentirà di continuare ad avere ricavi e continuare a mantenere Milano come capitale del calcio italiano”.
(Fonte: Calcio e Finanza)
© RIPRODUZIONE RISERVATA