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Milito: “L’accoglienza ostile di Barcellona, il gol al Siena, Ibra: vi dico tutto”

L'ex attaccante ha parlato a InterChannel e ha raccontato la sua storia bella e (im)possibile con i colori nerazzurri

Alessandro De Felice

Ai microfoni di Inter Channel, Diego Milito parla del proprio passato nerazzurro e racconta alcuni aneddoti legati alle partite significati che hanno poi portato al triplete:

Sei arrivato all'Inter non più giovanissimo...

"Arrivare all’Inter è stato un sogno che avevo fin da piccolo. È quello che sperano di tutti i ragazzi del mondo, giocare in un club come l’Inter. Ci sono arrivato un po’ tardi, ma l’ho voluta tantissimo e mi sono sforzato tanto. Sono felice di aver contribuito un po’ a fare la storia di questo grande club". 

Insieme a te sono arrivati anche molti altri giocatori, qualcuno voleva una rivincita dopo non essere riuscito ad affermarsi in qualche club importante. Pensi che questo abbia contribuito a dare più carica?

"Sono arrivati tanti giocatori da grandi squadre e avevano voglia di rivincita. Per fortuna abbiamo creato un grandissima qualità e con un grande allenatore come José Mourinho ci siamo tolti tante soddisfazioni"

E pensare che tutto partì da un pareggio contro il Bari...

“Me la ricordo quella partita, in quel momento il Bari giocava bene e ci mise in difficoltà. Ma sapevamo che era l’inizio e che non sarebbe stato facile assemblare una squadra nuova. Ricordo che la fiducia non è mai svanita".

Come sarebbe stato l'attacco Ibra-Milito?

“Non lo so, me o chiedono in tanti. Mi sarebbe piaciuto tanto giocare con lui perché è un grande giocatore, ma quell’anno ci sono stati tanti altri campioni come Sneijder ed Eto’o e sono stato altrettanto contento anche perché sono stati fondamentali per noi".

Quanta voglia avevi di metterti alla prova in Champions?

“Ho debuttato contro i Barcellona al San Siro. Mi sono goduto quella sera, era il mio sogno da tanti anni” 

L'Inter non arrivava da anni in fondo alla Champions. Questa cosa vi pesava?

"Si respirava quest’aria. Soprattutto quando pescammo il Chelsea, ricordo che l’atmosfera era un peso per noi. 

Come hai reagito quando Mourinho vi ha detto che a Londra avreste giocato con il 4-2-3-1?

“L’abbiamo presa bene perché all’andata quando entrò Balotelli gli era piaciuto molto come si era mossa la squadra. Siamo andati lì a fare il nostro gioco, volevamo giocarcela alla pari nonostante arrivassimo da una brutta sconfitta in campionato contro il Catania. Una sconfitta che per fortuna ci caricò. Lui fu molto bravo, come sempre, a darci indicazioni molto dettagliate sul come avremmo dovuto muoverci".

Qual è stato il momento più difficile del campionato?

“Il momento più difficile del è stato dopo il pareggio di Firenze quando la Roma ci ha sorpassato, ricordo ancora il viaggio di ritorno verso Milano, quanta amarezza”. 

Poi Pazzini rimise le cose in ordine...

“Da ex genoano non avrei mai pensato di poter esultare ai gol della Samp, ma in quel momento difendevo i colori dell’Inter”

Tornando alla Champions, che clima trovaste a Barcellona?

“A Barcellona il clima era abbastanza ostile, come quasi mai. Hanno cercato in tutti i modi di spaventarci, in modi che non avevano mai usato prima perché sono molti forti e di solito bastava per vincere. Ma per noi era un sogno, mentre per loro un’ossessione e a volte questa cosa gioca contro".

Invece che ricordi hai di quel gol a Siena? La partita si sbloccò tardi, il cronometro correva...

“Il cronometro è sempre nemico quando devi vincere. Lì ci giocavamo il lavoro di un anno e per questo dico che per me quel gol ha un sapore speciale. E' brutto vedere sfuggire il traguardo alla fine”. 

(Fonte: InterChannel)