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L'Inter domina la sfida contro lo Shakhtar Donetsk ma lascia Kiev con grandi rimpianti. Sì, perché tra la sfortuna per le traverse colpite da Barella e Lukaku, il rigore abbastanza evidente su Lukaku ma ignorato dall'arbitro e il gol divorato da Lautaro a porta spalancata, la squadra di Conte non riesce a sbloccare il risultato e si deve accontentare del secondo punto in due partite nella fase a gironi di Champions League dopo il 2-2 casalingo contro il Borussia Monchengladbach.
I nerazzurri perdono un'occasione e ora la situazione si complica, come spiega La Gazzetta dello Sport: "Due punti in due partite e con i pari non si va agli ottavi. La prossima, a casa Real, odora già di spareggio".
Nella sfida di Kiev non si è rivisto lo Shakhtar della scorsa Europa League. Luis Castro ha capito che "non è il caso di 'brasilianeggiare'" contro una formazione strutturata come l'Inter e ha optato per una strategia d'attesa. "Difendersi e ripartire, un catenaccione vecchio stile. Castro ha consegnato le chiavi della partita a Conte, gli ha detto 'vedi tu', e l’Inter per tutto il primo tempo è stata dominante. Si è installata nella metà campo altrui, ha fatto valere il decisionismo. Semina abbondante, però raccolto scarso".
A Kiev, Conte torna al passato e schiera il 3-5-2 con Eriksen in panchina e Barella nel ruolo d'interno accanto a Brozovic e Vidal. E dopo un primo tempo ad altissima intensità, con le due traverse e le varie occasioni sprecate, nel secondo tempo l’Inter ha abbassato il ritmo. "Il pallone circolava a velocità ridotta. Possiamo immaginare perché sia successo: perché non si può essere intensi in questo calcio complicato dal Covid, in questa stagione infinita, saldata con la precedente, una tirata unica a cui sono state condannate le squadre dopo il lockdown".
Il pari lascia l'amarezza ma sensazioni positive in vista del futuro: "Lo 0-0 dello scontento dice che l’Inter è a metà del caricamento. Aspettiamo fiduciosi che si completi il «download», sotto traccia si percepisce un gran potenziale".
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