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Getty
"L'armeno che va come un treno", recita un famoso motto del tifo interista rivolto a Henrikh Mkhitaryan. E, rima a parte, è proprio quello che accade in campo: il centrocampista nerazzurro, infatti, non esce mai dal campo. Ma, nonostante questo, è sempre riuscito a garantire quantità, qualità e costanza, derivante anche da una tenuta fisica impressionante per un calciatore di 35 anni. Scrive la Gazzetta dello Sport:
"A impressionare è il fatto che non ha mai avuto un acciacco fisico, nemmeno passeggero, in questa stagione da titolare inamovibile. E non ha mai saltato una partita per squalifica: è diffidato da un pezzo, dal giallo ricevuto a Lecce il 25 febbraio, ma sta riuscendo a gestirsi. Alla prossima ammonizione dovrà fermarsi come accaduto sia a Barella sia a Calhanoglu nella già citata trasferta di Firenze. E il turco ha anche saltato le sfide contro Lecce, Atalanta e Genoa per il problema agli adduttori".
"Tradotto: tutti e tre sono titolarissimi, ma a essere sempre presente è stato Mkhitaryan, arrivato in silenzio nell'estate 2022 e diventato presto un punto fermo per Inzaghi, al netto del contributo realizzativo con le due sole reti segnate in questa stagione e per di più nella stessa partita, nel 5-1 al Milan a settembre. Ma l'apporto dell'armeno alla causa non può essere spiegato solo con i numeri: il suo è un lavoro di qualità e quantità, di intelligenza e corsa, di inserimenti e impostazione. E più volte ha fornito assist ai compagni".
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