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Non stava mentendo quando, intervista dopo intervista, giorno dopo giorno, il presidente Massimo Moratti aveva confermato AndreaStramaccioni. Scrive Fabio Monti sul Corriere della Sera di oggi, che Andrea "rappresentava il «prospetto» giusto per lanciare l’Inter nel futuro: giovane, preparato, con personalità". Un Massimo Moratti indeciso fino all'ultimo, quasi "costretto" a prendere questa decisione. "Una scelta dolorosa, ma, alla fine, inevitabile. La storia fra l’Inter e Andrea Stramaccioni, iniziata il 26 marzo 2012, è arrivata ai titoli di coda. Una conclusione traumatica che Massimo Moratti ha fatto di tutto per evitare."
Ma quando è cambiato definitivamente il Moratti-pensiero? La partita con l'Udinese ha sicuramente rappresentato un doloroso momento di riflessione, non perché non fosse probabile che questa Inter perdesse contro un Udinese palesemente in forma, ma per le modalità con le quali la squadra si è consegnata all'avversario. A questa partita si aggiungono i pessimi numeri della partita e intorno aleggiano problemi mai risolti, come quello degli infortuni. Era davvero possibile continuare in queste condizioni con Stramaccioni, si interroga Monti? Secondo lui "il presidente, dopo un’attenta valutazione della situazione generale, si è reso conto che ripartire con Stramaccioni sarebbe stato un azzardo: per la società, per la squadra, per lo stesso allenatore, esposto fin dal primo giorno ad una pressione non facile da sopportare."
E il futuro di Andrea? La faccia di domenica sera tradiva incertezza e chissà quanta emotività repressa. Per lui questa potrebbe essere un'occasione per ripartire da un altro ambiente, con maggiore serenità, scrive il Corriere della Sera. In attesa che passino i titoli di coda e diano un nome preciso a questa situazione di insostenibile attesa.
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