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Massimo Moratti non ha avuto dubbi nel raccontare, in una intervista esclusiva a Premium Sport, in onda domani sera alle 21.30, quale sia stato il titolo più bello e sentito conquistato nei suoi quasi vent'anni alla guida dell'Inter. "Il trofeo al quale mi sento più legato è la Champions, anche se è scontato dirlo. Non disdegno lo scudetto vinto a tavolino, l'ho trovata una cosa giusta. Quello del 2010, invece, è uno di quelli che mi ha fatto soffrire di più".
Moratti ha rivelato anche alcuni retroscena: Cantona, Totti e Mancini avrebbero potuto vestire la maglia dell'Inter. "Il primo è il francese. Forse avremmo cominciato prima a vincere, perché Cantona avrebbe spostato tutto. Ero presente allo stadio quando ha Cantona dato quel calcio al tifoso e mi sono detto che forse per la trattativa sarebbe stato utile, perché magari lo avrebbero liberato per quel gesto. Lo stavamo prendendo e poi, per un disguido di qualcuno, non arrivò più. Poi c'è Totti: ci fu la possibilità di trattarlo perché era in scadenza, ma la Roma non l'avrebbe mai lasciato andare via".
"Mancini, invece, ho cercato di prenderlo dalla Sampdoria, ma il presidente Mantovani lo considerava come un figlio e si mise quasi a piangere. Poi un giorno Mancini mi spedì una maglietta dell'Inter con uno scudetto cucito addosso, dicendomi che se un giorno io avessi pensato a lui avremmo vinto. Mi impressionò molto e di lì a poco lo presi come allenatore", ha concluso Moratti.
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