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MORATTI: “Ecco perché ho deciso di guardare al futuro. All’INTER serve proprio…”

In un’intervista esclusiva per la Gazzetta dello Sport il presidente Massimo Moratti ha svelato le sue intenzioni in merito alla trattativa con l’indonesiano Erik Thohir. Proprio ieri, sempre sulla Rosea, era uscito un appello di...

Sabine Bertagna

In un'intervista esclusiva per la Gazzetta dello Sport il presidente Massimo Moratti ha svelato le sue intenzioni in merito alla trattativa con l'indonesiano Erik Thohir. Proprio ieri, sempre sulla Rosea, era uscito un appello di Ernesto Pellegrini diretto al presidente nerazzurro nel quale gli diceva di non vendere l'Inter e si offriva di aiutarlo. Un appello che ha colpito Moratti: "Le parole di Ernesto sono un immenso atto d’amore verso l’Inter e una grande prova di amicizia nei miei confronti. Ha ragione: le squadre di calcio bisogna amarle." Ne sa qualcosa, lui, di questo amore.

Non è un Moratti triste, quello intervistato da Andrea Monti. Nostalgico? "La nostalgia, per definizione, ci sta sempre alle spalle. Questo il limite degli atti d’amore, imiei come quelli di Pellegrini...No, io ho deciso di guardare al futuro." La vera svolta è racchiusa in queste semplici parole. L'amore non può essere cieco e deve guardare avanti.

Sono i debiti il vero problema? "I debiti...parlate sempre di quelli. Il debito dell'Inter è simile a quello di altre società, non è quello che mi preoccupa. E' strutturato in maniera solida e mi permetterebbe di continuare tranquillamente da solo. Il problema non è il debito, ma il fatturato. Lo sviluppo delle risorse commerciali. Ciò di cui mi preoccupo è il futuro della squadra. E questo non può prescindere dall’espansione del marchio sul mercato internazionale."

Gli orizzonti di Moratti analizzano in maniera perfettamente lucida il futuro del calcio italiano, che, e lui se ne prende una parte di colpa, ha vinto spesso all'estero sul campo, ma finanziariamente ha giocato una partita casalinga. Nutrendosi di diritti televisivi e di colpi di mercato. Ma ora si ritrova con stadi vetusti e con una concorrenza agguerritissima. Ecco perché Thohir: "L’ingresso di un socio asiatico, per esempio, quel mercato fondamentale te lo porta in casa. Ti costringe a cambiare indirizzo e abitudini manageriali. Ti apre al mondo e a nuove risorse in modo quasi automatico. Insomma, ti internazionalizza persino più di unTriplete..."