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Di scudetti come presidente dell'Interne ha vinti cinque. Ieri è arrivato il 19esimo scudetto e Massimo Moratti non è più il proprietario del club nerazzurro. Ma è rimasto fedele alla sua storia, a quella della sua famiglia, è rimasto tifosissimo della squadra che lui ha portato anche sul tetto d'Europa e del mondo.
Questa mattina ha rilasciato un'intervista anche ai microfoni di Skysport. Queste le parole dell'ex numero uno interista: «È stata una grande felicità ieri anche se ormai si era capito che questo doveva essere il risultato. Ma quando lo ottieni è speciale, un momento speciale. Ero in famiglia e ho festeggiato con la mia famiglia».
-Quando ha capito che era l'anno giusto per lo scudetto?
La partita con il Milan. Pensavo che se si fosse vinta quella lì la strada sarebbe stata in discesa. Decisamente è andata così. Sentivo, ognuno la vede diversamente per Conte è stata la Juve o l'Atalanta per altri. Per me il derby con il Milan è stata la partita più importante perché era l'unico club che poteva contendere la vittoria all'Inter fino ad un certo punto. Era la prova di una sicurezza della squadra.
-Chi l'ha colpita di più tra i giocatori nerazzurri o nei reparti?
Lukaku e Martinez diamoli per scontato ma non lo sono. Lukaku è l'emblema della vittoria, chi fa i gol, alleggerisce il lavoro della squadra. Barella per me è stato il giocatore che ha impersonificato il carattere dell'Inter, necessario per vincere. Penso che lui abbia fatto un campionato speciale. Poi Hakimi è stato una sorpresa, la difesa granitica. Il portiere che malgrado nelle ultime partite possa avere dato un'impressione così in realtà ci ha salvato nella prima parte del campionato, ha fatto spettacolose parate. Non c'erano punti deboli.
-Lei ha sempre dato definizioni belle dei suoi allenatori. Conte le è piaciuto?
È la tenacia, la resistenza. Malgrado bello e cattivo tempo è riuscito a portare avanti il suo obiettivo, proteggendo la squadra, formandola, dandogli il suo carattere. È stato eccezionale. La tenacia è la sua caratteristica migliore.
-Questa Inter che Inter le ricorda?
Da esperto sbaglierò certamente. Devo dire che più che all'Inter che ho seguito io mi ricorda quella di Trap. Piena di carattere e sorprendente nell'anno in cui aveva vinto. Poi ci sono tante somiglianze con le squadre che hanno vinto il campionato e la particolarità di questi giocatori che sono stati bravissimi e penso gli piaccia essere paragonati ai grandi del passato e sperano magari di essere accostamento per altri anche loro in futuro.
-Zhang ha detto che voleva ringraziarla per averlo guidato in questi anni. Quali consigli ha dato a Steven in questi anni?
Lui è giovane ma è sensibile e pieno di attenzione. È molto utile e ti rendi conto che sa tante cose ma fa da spugna, cerca di apprendere i consigli che gli dai. Ma è uno furbo, nel senso che è intelligente e capisce tutte le situazioni. Gli ho dato consigli sul carattere dell'Inter e dei tifosi. E gli ho detto di essere sincero nella comunicazione, di non fare calcoli per essere diretto con i tifosi e senza mediazioni.
-Quasi sollevato del fatto che non sia lei l'ultimo presidente ad aver vinto all'Inter?
Sono contento che l'Inter sia tornata a vincere e che ci siano le premesse per vincere anche in futuro. Ma dice una cosa giusta. Sono sollevato.
-Lei vede un punto di contatto tra Conte e Mourinho, nel temperamento magari?
La vedo come la vedo con Herrera e Trapattoni. Sono professionisti serissimi che hanno voglia di vincere e serietà per convincere tutti che hanno il loro obiettivo. Sono allenatori che devono poi dare la spinta e non era facile neanche nelle ultime partite perché eravamo avanti di tanti punti. La somiglianza è nell'atteggiamento nei confronti dei giocatori, nella professionalità nel dedicarsi al loro lavoro senza distrarsi. Questo è un grande merito.
-Lukaku?
Lukaku è forte vero. Devo essere sincero. Lo abbiamo sentito, visto. È un ragazzo che parla italiano benissimo, è migliorato tantissimo nel gioco. Credo che abbiamo per le mani un giocatore eccezionale. Conte ha fatto bene a volerlo a tutti i costi. Il suo valore è reale.
-Pensabile che l'Inter torni a vincere in Europa?
Penso che lo si pensi sempre di poter ottenere qualcosa anche se è difficile e gli altri non ci credono. Partiamo l'anno prossimo con l'idea di vincere tutto e se succede è fantastico. Ma non è facile. La Coppa dei Campioni vuole uno spirito particolare che l'Inter quest'anno non ha potuto avere. Ma credo che questa Inter potrebbe fare meglio in Europa l'anno prossimo. Forse non c'è bisogno neanche di grandi ritocchi. Comunque sarà appassionante l'anno prossimo cercare di raggiungere tutti e tre gli obiettivi come è successo a me. A noi.
-Kanté è uno dei giocatori che Conte vorrebbe...
È un giocatore che potrebbe completare e darebbe più forza all'Inter. Quando prendemmo Sneijder eravamo già fortissimi ma la velocità di questo giocatore ci mise in condizione di avere una squadra non solo forte ma eccezionale. Potrebbe aggiungere anche lui. Anche se non voglio spingere in questa direzione perché è difficile prenderlo. Lo dico da tifoso.
(Fonte: Skysport)
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