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"Rispetto il Rubin e ho fiducia nell'Inter", questa una delle frasi più importanti pronunciate da José Mourinho durante la conferenza stampa alla vigilia del secondo impegno dei nerazzurri nella Uefa Champions League 2009-2010. Qui, nella "nuova" Russia del calcio, c'è grande entusiasmo per l'esordio nella massima competizione continentale della squadra di casa che, anche nell'immagine che compone lo stemma, si rifà alla legenda di Robin Hood. "Capisco benissimo che cosa significhi questa partita per l'intera città - dice il tecnico portoghese. È un sogno che domani sera diventerà realtà. Questa gente, che ha il mio rispetto, ha visto tante volte in televisione le grandi partite della Champions League e ora potrà vedere direttamente sul campo la propria squadra. Tutto questo si trasforma in un sentimento molto speciale che arriva ai giocatori, i nostri avversari avranno certamente motivazioni superiori. Il clima sarà freddo, ma il cuore della partita molto caldo".
"Mi aspetto una gara molto difficile - continua Mourinho-, abbiamo studiato con grande attenzione il Rubin e non ci faremo condizionare dalle ultime prestazioni in campionato. Quello che fa testo è la prova della squadra a Kiev dove, per 75 minuti, ha dominato l'incontro, perdendolo, poi, solo perchè il calcio è uno sport che a volte riserva delle sorprese attraverso dei dettagli. Il nostro atteggiamento tattico non cambierà e mi aspetto un Rubin con un sistema di gioco molto dinamico, molto veloce e molto ben organizzato. Il nostro primo obiettivo è chiaramente quello di vincere, l'obiettivo numero due è non perdere. La strategia del girone è nelle nostre mani, ora ci aspettano tre gare, questa con il Rubin e due con la Dinamo Kiev, nelle quali dobbiamno raccogliere il massimo del punteggio per arrivare a Barcellona in una posizione ottimale per la qualificazione e per giocare l'ultima gara interna senza l'obbligo di vincere per qualificarci".
Appena l'Inter si affaccia in Champions il discorso cade lì, ovvero sulla storia delle massima coppa intercontinentale che non vede trionfare l'Inter dagli anni '60. Mourinho replica secco a chi propone e ripropone questo argomento: "Non è una mia responsabilità se l'Inter non vince dal 1965. La mia responsabilità sta nel fatto che l'anno scorso l'Inter non ha vinto la Champions. Non siamo stati all'altezza nel giorone di qualificazione, ma ci siamo qualificati con due gare d'anticipo. Poi, abbiamo trovato i campioni in carica, che sarebbero arrivati nuovamente in finale, e siamo stati eliminati affrontando il confronto alla pari, poi due settimane fa abbiamo trovato i campioni in carica e abbiamo pareggiato, un pareggio per noi molto importante. Se l'Inter giocherà nello stesso modo, con lo stesso atteggiamento, con la stessa attenzione e concentrazione mostrate nelle gare contro Manchester United e Barcellona, certamente vincerà questo confronto con il Rubin che, però ripeto, è una squadra che rispettiamo molto e che non sarà un avversario facile. Sul tema "storico" al tecnico scappa una seconda battuta: "Anch'io sono un pò frustrato perchè sono all'Inter da 15 anni e da 15 anni abbiamo fatto male in Champions...".
Mourinho nervoso? Mourinho che non si trova bene all'Inter e in Italia? Le domande arrivano subito a raffica su questo argomento e il tecnico respinge al mittente: "Chi dice che sono nervoso non mi conosce. Io vivo bene e lavoro bene in Italia e all'Inter. È chiaro che l'Inter di oggi non può essere perfetta perchè siamo una squadra in costruzione che, durante questa costruzione, ha dovuto prima fare a meno di Cambiasso e poi, contemporanemente, dei due gipocatori che dovevano cambiare il nostro centrocampo, ovvero Thiago Motta eSneijder, questa è chiaramente una difficoltà ma è un'imperfezione del momento."
A inizio conferenza, un giornalista di Kazan ha regalato a José Mourinho il copricapo tipico di questa zona di Russia e a lui il tecnico ha promesso la sua maglia d'allenamento. È stato un siparietto molto simpatico commentato dal portoghese con una frase altrettanto simpatica: "Purtroppo ho poco tempo anche per respirare e quindi non ne ho per viaggiare e vedere tutti i posti del mpondo che vorrei visitare. Di Kazan, come di altre città purtropppo, potrò dire di aver conosciuto molto bene lo stadio, l'hotel e l'aeroporto".
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