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Nainggolan: “Tifavo Inter, ma ora non ci vado. Juve? Mai. Chelsea e Barça? Sarei scemo se…”

Dario Di Noi

 

 

La sua proseguirà nella Roma?

«Stanno scrivendo un po’ troppe cose sul mio futuro. L’ho provato tante volte sulla mia pelle: a Cagliari per cinque anni hanno parlato di una mia partenza e poi ogni estate rimanevo. Ora penso a chiudere bene qui il campionato e centrare i nostri obiettivi. Ho appena rinnovato il contratto, non per forza devo andare via. Anzi, ho dimostrato di voler restare».

La telefonata di Conte per portarla al Chelsea è arrivata?

«Non ho ancora sentito nessuno, non so neanche se è vero che mi vogliono, addirittura ho letto che avrei detto ai miei amici che vado al Chelsea, ma quando mai? La verità è che non posso parlare di cose che ancora non so».

È quell’"ancora" che fa preoccupare i tifosi.

«Se mi chiamano non ci devo parlare? Al momento sto dando tutto per la Roma come ho sempre fatto. Sono felice, la mia famiglia anche e se proseguissi qui la carriera sarei contento lo stesso. Ma se poi viene il Barcellona a cercarmi, quale giocatore direbbe che non vuole andare nella squadra più importante al mondo? Sarei scemo a sparare cavolate».

E se chiamasse la Juve?

«Ho rifiutato una loro proposta diverse volte. Mi hanno voluto e non ho mai accettato. Non mi vedo con i colori della Juve addosso. Perché? Non voglio fare polemiche. È come se dici che una ragazza non ti piace. Punto e basta. Anche prima di venire alla Roma lo pensavo».

Per questo i tifosi bianconeri le scrivono su Twitter...

«Mi vogliono offendere, in realtà mi caricano. Però quando attaccano su cose personali mi fanno male e allora rispondo. Mi possono dire che sono scarso, ma se mi tocchi la famiglia, mia madre, mi tocchi al cuore e allora bastono pure io».

Che emozione ha provato a giocare il derby da capitano all’andata?

«Non potrò mai dimenticarlo, mi ha reso orgoglioso. Io gioco tutte le partite per vincere, forse le sento anche troppo, fa parte di me».

Meglio capitano della Roma o gregario al Barcellona?

«Avere la fascia o meno è la stessa cosa, l’importante è andare in guerra per i tuoi compagni».

Che sfida sarà domani?

«Senza curva non ci sarà un clima da vero derby. Ma dobbiamo vincere anche per i tifosi, all’andata sono venuti fuori dall’albergo a incitarci. Noi ci prepariamo per batterli, siamo sereni, ma sappiamo che dobbiamo essere più concentrati perché una gara così non si può perdere».

Tutti dicono: Roma favorita e la Lazio ha troppi assenti.

«Anche noi all’andata eravamo senza sei-sette giocatori e sul campo abbiamo dimostrato il valore della nostra rosa. Troppo facile come scusa. Siamo favoriti solo perché ultimamente abbiamo fatto buoni risultati. Il derby non conta giocarlo meglio ma vincerlo e per riuscirci bisogna combattere insieme da squadra».

Pensate ancora al secondo posto?

«Siamo un po’ lontani, se volessimo pensare al secondo posto tanto vale puntare al primo visto che Juve e Napoli sono vicine fra loro. Ora cerchiamo di mantenere il vantaggio sulle squadre dietro, poi se quelle davanti sbagliano proveremo ad approfittarne».

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