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Nainggolan: “Tifavo Inter, ma ora non ci vado. Juve? Mai. Chelsea e Barça? Sarei scemo se…”

Dario Di Noi

 

 

Juve e Napoli sono più forti di voi?

«Penso di no visto che abbiamo pareggiato al San Paolo e battuto in casa la Juve. Loro hanno avuto più continuità, ma non siamo più scarsi. Purtroppo abbiamo sbagliato alcune partite».

Spalletti meglio di Garcia?

«Sono due grandi allenatori. Spalletti è più "tosto", cura di più la fase difensiva per poi ripartire con gli inserimenti mentre Garcia puntava al pressing alto con tutta la squadra. Al momento la nuova metodologia di lavoro è più alla nostra portata, lo dicono i risultati. Però se iniziassimo di nuovo a perdere si farebbero altri discorsi».

Dal numero dei falli ora sembrate più decisi.

«Quando cambia l’allenatore vuol dire che qualcosa non va. Abbiamo sbagliato noi calciatori e forse l’abbiamo capito tardi. Di sicuro i nostri atteggiamenti sono cambiati: se continuavamo così ci saremmo fatti del male».

Ammette che la Juve ha una mentalità migliore della vostra?

«Oggi è troppo facile dirlo, magari la colpa è nostra perché pensavamo che fosse più semplice restare avanti a loro in classifica. Ci siamo rilassati, credevamo di vincere a prescindere le partite invece quando prendi una botta è difficile ripartire».

Servirebbe Higuain?

«Ogni palla che tocca è gol, è un grande attaccante. Ma noi abbiamo Dzeko, che per me è un grandissimo. Il campionato italiano non è semplice e anche lui aveva bisogno di tempo per adattarsi. Edin nel gruppo sta bene, lo vedo sereno, poi quando il gol non arriva diventa difficile. Ma abbiamo bisogno di come gioca e di come fa salire la squadra. Fuori si riduce tutto ai numeri, però bisogna anche parlare della prestazione: se ti fa andare in porta nove volte su dieci con inserimenti da dietro, significa che ha fatto una gran partita».

Sta provando a convincere Pjanic a restare?

«È un giocatore elegante, mi trovo bene con lui dentro e fuori dal campo. Parlare di offerte, di prezzi è il vostro lavoro, ma sono cose che non sappiamo neanche noi. Quando apre il mercato si vedrà, oggi non si può dire "vado là o vado qua". Non si sa mai che può accadere, ma finché restano voci... Io non ho sentito nessuno e anche lui lo vedo sereno».

Se fosse Sabatini, quale giocatore non cederebbe mai?

«Ne dico due: Pjanic e Manolas. Kostas è un rompiscatole, ma un difensore così è difficile da trovare. Dopo Benatia abbiamo trovato uno altrettanto forte, se Manolas usa bene il cervello può diventare uno dei migliori. Il problema è che non lo usa!».

Strootman sta meglio?

«Molto bene, deve solo riabituarsi a certe velocità di gioco. Tornerà alla grande».

Con lui e gli altri più Gerson il prossimo anno avrete un centrocampo super.

«Gerson non lo conosco benissimo, ci siamo allenati insieme qualche giorno, però dicono tutti che è tanto forte. Avrà bisogno di ambientarsi, è ancora giovane».

Iturbe può rinascere se torna?

«Ha tante potenzialità, ma non le ha mai sfruttate fino in fondo. Quando arrivi qui come il colpo del mercato e non vai al massimo le cose ti si ritorcono contro. Però possiamo "recuperarlo"».

Le dispiacerebbe se andasse via Sabatini?

«Mi ha voluto lui, è una bravissima persona e ha portato alla Roma giocatori importanti. Purtroppo non è il "capo": non so che problemi abbia con Pallotta e se resterà qui».

A proposito del "capo", che rapporto ha col presidente?

«È un simpaticone, scherza, ride, ma non vedendolo spesso non posso parlare di un vero e proprio rapporto. Ero abituato con presidenti sempre presenti in sede, per me è un po’ strano. Ma vedo che la società funziona bene, ha introdotto tante novità e significa che qualcosa di buono Pallotta la sta facendo».

La situazione di Totti come la vive?

«Lo vedo allenarsi serenamente e non viene a dire me o alla squadra dei suoi problemi, tantomeno io vado a chiedergli cosa succede. Ha un nome importante a Roma, spero che tutto si risolva al meglio per lui perché la sua presenza nel gruppo si sente e ci fa stare bene».

Il capitano può giocare un altro anno?

«Non è più giovane, oggi se gli chiedi di dribblare venti giocatori non ce la fa, ma ha una tecnica che non si può mettere in discussione. Non ho mai giocato insieme a uno così forte».

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