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Nainggolan: “Tifavo Inter, ma ora non ci vado. Juve? Mai. Chelsea e Barça? Sarei scemo se…”

Dario Di Noi

 

 

 

Andrà avanti anche lei fino a 40 anni?

«No, io non arriverò nemmeno a 35».

In passato si è definito un "giocatore da discoteca". È ancora così?

«Il nostro lavoro è fare il calciatore, allenarsi due ore al giorno e prepararsi al massimo. Non devo andare a dormire alle 10 per stare bene, non c’è niente di male se dopo mi faccio un "giretto". Certo che esistono i momenti più opportuni, se i risultati vanno male non mi trovate la sera nei locali».

Spalletti che ne pensa?

«Tutti sanno come vivo. Non è che sto quattro giorni a settimana in discoteca. Bevo una cosa con gli amici dopo la partita, magari si allunga l’orario e non ci vedo nulla di strano. Bisogna anche godersi la vita, se mi chiudo nelle mura di casa per 24 ore mi stresso e magari non rendo in campo. Poi se un giorno dovessi accusare dei problemi fisici mi adeguerò, ma oggi non trovo sbagliato il mio modo di vivere».

È vero che frequenta anche locali normali e non solo "da calciatore"?

«Sì, io non devo mostrarmi e far vedere che ci sono, vado in posticini dove mi diverto lo stesso. Gli altri non li conoscono, io sì!».

È soddisfacente il panorama notturno romano?

«Stiamo un po’ indietro... ».

Szczesny ha detto che lei è il più matto del gruppo.

«Vado d’accordo con tutti, provoco, sto allo scherzo. Vivo più qui che a casa e se i compagni dicono questo di me mi fa piacere. Il gruppo è bellissimo, non ci sono mai problemi fra di noi. Si parlano tutte le lingue e ognuno può conoscere la cultura dell’altro».

Anche il mister parla inglese?

«Insomma... potrebbe fare meglio».

Il giocatore più antipatico che ha affrontato?

«Hetemaj del Chievo: sta sempre per terra a protestare».

E se deve dirne uno della Lazio?

«No, non mi vengono neanche in mente».

Lo scorso anno è circolato un file audio in cui criticava dei compagni.

«È vero, sono cose che si dicono tra amici, ho sbagliato, ma non avevo un intento cattivo. Mi è servito a capire quanto è pericoloso l’ambiente, lo hanno trasmesso in radio!».

Come va il negozio di abbigliamento che ha aperto a Roma?

«A me e mia moglie piace la moda, abbiamo trovato una persona che ci aiuta e ci stiamo divertendo. Non puntiamo certo a diventare ricchi con questa attività, è un bello "sfogo" anche per Claudia che così non deve stare tutto il giorno a casa».

Come si vestono gli italiani?

«In generale molto male, ma alcuni si sanno vestire».

Lo stile migliore ce l’hanno a Londra?

«Ci sono andato giusto un paio di volte... penso che a Milano stiano avanti. Ma non vado all’Inter eh! Tifavo per loro da bambino, ma ora non vedo perché dovrei trasferirmi lì. Ho raggiunto un accordo con la Roma parecchio tempo prima di arrivare qui e avevo tanta voglia di vestire questa maglia. C’è uno stadio grande, bei tifosi, qui puoi ricevere tanto».

(Il Tempo)

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