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NOTTE DA OSCAR (QUARTO ATTO): REGISTI PER STOMACI FORTI IN SALSA SUDAMERICANA

Giovanni Montopoli

Dietro ogni capolavoro cinematografico c’è demiurgo, capace di mescolare al meglio tutti gli ingredienti a sua disposizione, al fin di creare il miglior prodotto possibile. E’ compito del regista trasformare tutto il materiale...

Dietro ogni capolavoro cinematografico c'è demiurgo, capace di mescolare al meglio tutti gli ingredienti a sua disposizione, al fin di creare il miglior prodotto possibile. E' compito del regista trasformare tutto il materiale disponibile nella miglior merce possibile. Problema che nel corso della stagione Roberto Mancini ha dovuto affrontare a più riprese, l'assenza di un direttore d'orchestra, dell'uomo di raccordo, capace di cogliere movimenti e leggere trame la dove l'occhio umano non sia capace.

MIGLIOR REGIA Un anno fa, con Andrea Pirlo in campo nella Juve, non avremmo dubitato: a lui l'Oscar alla carriera per la miglior regia, di sempre o quasi. Oggi è dura. Nella Juve, fuori Marchisio, l’erede di Pirlo nel ruolo: la bacchetta del direttore d’orchestra andrà ad Hernanes, lui sì vero redivivo nella ripresa col Bayern. Nell’Inter l’onore e l’onere dell’avvio dell’azione toccherà a Medel, «Pitbull» di soprannome e di fatto: i registi veri sono disegnati in altri modi. Stasera allo Stadium, per la miglior regia viaggeremo nei dintorni dei «B-movie», i film di serie B che tanto piacciono a Quentin Tarantino, regista «pulp». Tarantino gareggia per tre statuette col suo truculento ultimo lavoro, «The Hateful eight»: miglior attrice non protagonista, miglior fotografia e miglior colonna sonora (firmata da Ennio Morricone). Stanotte a Torino registi per stomaci forti e in salsa sudamericana: «the revenant» and «the ex» Hernanes, brasiliano, contro il cileno Medel.