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"Mentre Antonello si appresta a gestire dal punto di vista dei conti il secondo cambio di proprietà della sua vita nerazzurra (c’era anche nel 2016, quando subentrò Suning, nel ruolo di direttore finanziario), Marotta continuerà ad avere pieni poteri sul campo, ciò che inevitabilmente importa ai tifosi ancora ubriachi per la stella. A lui il ruolo di garante di un progetto tecnico costruito con la stretta collaborazione del d.s. Piero Ausilio: le ultime vittorie sono state costruite da loro in un creativo regime di autogestione, che è passato da un progressivo abbassamento del monte ingaggi, da sessioni di mercato in rigoroso equilibrio tra entrate e uscite e, soprattutto, dall’assenza di nuovi capitali pompati dalla Cina. La storia non cambierà di certo adesso: Oaktree non è arrivata da queste parti per spendere — non è la missione di un fondo speculativo —, ma non obbligherà a plusvalenze dolorose per ripianare il rosso già entro il 30 giugno. Nell’avere mani libere sulla sua sfera di influenza, Marotta dovrà quindi solo proseguire il modello di gestione, prudente ma pure vincente, messo in piede in questi anni. Certo, in un momento di così grande cambiamento una esperienza quarantennale lungo i mari del calcio potrebbe diventare ancor più strategica: da Inzaghi ai giocatori, in tanti hanno già cercato in lui qualche segnale tranquillizzante di continuità", aggiunge il quotidiano.
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