José Mourinho ha lasciato il segno nei cuori di molti tifosi dell'Inter, ma anche in quelli di molti giocatori nerazzurri. Tra questi anche Victor Obinna, attaccante nigeriano che ha giocato con la maglia dell'Inter nel 2008-2009. Queste le sue parole sullo Special One a Omasports:
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Obinna: “Mourinho il migliore. Arrivò all’Inter e cambiò tutto, diede una mentalità vincente”
L'ex attaccante dell'Inter ha parlato della sua esperienza in nerazzurro sotto la guida del portoghese
MOURINHO - "Quando ero in Cina, per rappresentare la Nigeria ai Giochi Olimpici, Mourinho mi chiamò personalmente, mi voleva nella sua squadra. Quella chiamata fu una sorpresa per me, non me l'aspettavo. Non mi aspettavo di giocare subito. Avevamo Ibrahimovic, Adriano, Crespo, Figo, Balotelli, Cruz, Amantino Mancini tutti a caccia di un posto in attacco e dovevo anche io lottare per giocare. Avevamo veri uomini. Gli altri in squadra erano Lucio, Zanetti, Cambiasso, Walter Samuel, Patrick Viera, Ivan Cordoba, Maicon, Maxwell, Sulley Muntari. C'era anche Coutinho, ma era ancora troppo piccolo. Ha avuto qualche opportunità ma non fece bene. Io avevo 21 anni, lui 18. Il periodo più bello della mia carriera fu quando lavorai con Mourinho perché ho avuto un diverso livello di prestazione, di professionalità e di lavoro di squadra. Poter allenarsi con questi grandi campioni era un grande privilegio. Era tutto estremamente professionale, Mourinho cambiò tutto quando arrivò all'Inter. Per esempio, avevamo solo due campi per gli allenamenti ad Appiano, lui arrivò e ne fece costruire 5".
MENTALITA' - "I nostri allenamenti erano di grande intensità e volevamo sempre giocare. Mourinho non era difensivo, anzi era offensivo. Ha sempre giocato col 4-3-3, giocava con tre attaccanti. Utilizzava Ibrahimovic al centro, Adriano e un altro. Quando perdeva a volte toglieva centrocampisti o difensori per mettere in campo 4 attaccanti e poi vincevamo la partita. Potevamo perdere 2-1 o 3-1, ma poi alla fine vincevamo 3-2 o 4-2. E' successo parecchie volte. Mourinho all'Inter aveva giocatori maturi. Solo io e un altro paio eravamo giovani: Balotelli, Santon e qualcun altro. Tutti gli altri avevano esperienza in Champions e ai Mondiali. Non serviva dire nulla a questi giocatori, ma Mourinho gli diede la sua mentalità vincente".
INTER - "La prima volta nella mia carriera in cui ho avuto discorsi prepartita non più lunghi di 15' fu con Mourinho. Gli altri allenatori erano diversi. Spesso quei discorsi duravano oltre un'ora e molti giocatori si annoiavano. Mourinho era preciso e veloce. Quindici minuti ed era tutto finito. Era arrogante e testardo, ma solo perché sapeva cosa voleva ogni volta. Per me Mourinho è stato il migliore con cui ho lavorato. Se eri forte, con Mourinho giocavi nonostante l'età. C'era anche Quaresma in squadra. Ho giocato regolarmente da settembre a gennaio, quando iniziarono i casini. Il team manager mi informò che doveva andare al Real Betis, ma non volevo perché stavano lottando per la retrocessione. L'allenatore era arrabbiato per la mia risposta e mi disse che se non volevo andare non avrei più giocato con l'Inter. Io dissi che non c'era problema. Mourinho mi disse che voleva tenermi, ma che la società voleva cedermi e non c'era niente che poteva fare. Da quando mi rifiutai di partire, mi tenne in tribuna. Spesso in panchina, ma non ho più toccato palla".
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