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Stefano Olivari, direttore di "Indiscreto", si è addentrato oggi nelle vicende societarie nerazzurre, ipotizzando scenari che vanno dal futuro del club al futuro della squadra, tra potenziali soci cinesi, o addirittura del Kuwait, e un'ossatura da confermare: "Veniamo alle poche cose che sappiamo di prima mano, che avevamo promesso di scrivere senza avere però finora mantenuto la promessa. La prima: lo scorso gennaio Icardi e Brozovic sono stati ad un passo, anzi mezzo passo, dall’essere ceduti, cosa che ha fatto infuriare Moratti e che è stata all’origine della freddezza con un Thohir che fino a quel momento aveva perfettamente rispettato i patti. Snellire la società, ristrutturarla, sportivamente vivacchiare riducendo i debiti e trincerandosi dietro un allenatore con una grande immagine gradito a Moratti. Nessuna operazione monstre senza l’approvazione di Moratti, di sicuro nessuno smantellamento della squadra. La mancata cessione dei due giocatori ha messo addosso a Thohir una certa pressione finanziaria, che lo ha indotto a proporre a Moratti di riprendersi tutte o in gran parte le quote (tecnicamente non vendute, ma concesse con un aumento di capitale dedicato). La risposta è stata un ‘Non adesso’ abbastanza stizzito e si è così navigato a vista fino ad oggi.
Seconda cosa: il mitico socio (o soci) di minoranza. Che siano i cinesi di Chem-Cina o il fondo facente capo al Kuwait (tutti democratici, come si può notare), non si tratta di gente che ambisca a buttare i propri soldi ma di realtà che hanno affari in corso con Tronchetti Provera (i primi) o Moratti (i secondi) e che quindi recuperano da un tavolo ciò che perderebbero dall’altro. Terza cosa: il bizantinismo della situazione, con il corollario di Thohir che prova a vendere anche a Suning (letto sulla Gazzetta dello Sport), risiede nel fatto che Moratti vorrebbe tornare al timone dell’Inter in maniera morbida, senza formalmente essere il socio di maggioranza né tantomeno quello quasi unico. Gli amici kuwaitiani, ipotizziamo, soddisfatti su altri fronti più interessanti del calcio, difficilmente entrerebbero nel merito del contratto di Juan Jesus o del riscatto di Jovetic. In parole povere: il ‘nuovo’ Moratti governerebbe l’Inter, con Javier Zanetti presidente di facciata, su basi diverse rispetto al passato e senza sentirsi obbligato a mettere cento milioni l’anno.
Poi c’è il calciomercato: in qualsiasi scenario (sul Giornale Marco Lombardo scrive che tutto sarà deciso già a giugno) societario due su cinque fra Handanovic, Murillo, Brozovic, Perisic e Icardi a luglio potrebbero essere altrove. Vedremo. Da seguire da vicinissimo la situazione di Mancini, intristito e depresso anche per motivi personali, ma che avrebbe la fiducia di tutti gli attori di questa commedia, da Thohir a Moratti. La sensazione è che rimarrà, basta che non gli smantellino la squadra".
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