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Roberto Omini, editorialista di Mediaset, si affida ad uno dei termini maggiormente utilizzati dal presidente Moratti in caso di situazioni non proprio esaltanti ("antipatico") per definire, nel suo editoriale, la "corsa all'ingaggio maggiorato" che sembra stia caratterizzando alcuni dei personaggi di un'annata storica per la società nerazzurra e per tutto il calcio italiano:
Antipatico. Per dirla come direbbe Massimo Moratti, la scena degli interisti dopo Madrid, l’estasi e il trionfo, sta colorandosi con quel tono: antipatico. Perché Mourinho ha atteso solo mezz’ora, dopo la partita col Bayern, per sciogliersi nelle lacrime dell’addio (non aveva detto di voler aspettare almeno tre giorni?). Perché Milito, un’ora dopo la storica doppietta al Bayern aveva fatto spalancare gli occhi un po’ a tutti, dicendo che il futuro, chissà, “ho tante offerte” (Moratti s’è indignato, e rimane della medesima idea). Perché si è costruito il pacchetto-Madrid, e con Mourinho andrà anche Maicon, dall’estate 2008 promesso sposo di casa Real (ci andrà mai?). E infine – citazione dell’ultima ora - persino Sneijder s’è lanciato sulla pista che porta a Mou-Madrid, affermando che un ritorno al Real, perché no?, non sarebbe da escludere.E’ evidente che l’eccitazione del momento e la corsa all’ingaggio maggiorato stia scatenando questo tipo di frasi-minaccia: il Triplete scatena gli umori di un’Inter che Moratti, a questo punto, deve tenere assieme come immagine e sostanza, evitando che le fughe in avanti e i propositi di fuga dal nerazzurro, sulla scia di José Mourinho e la sua forza di attrazione diventi un aspetto fatale (o letale) per la Grande Inter in corso d’opera.Perché in tutte queste parole, c’è molto di Mou e delle sue capacità di mettersi a capo di una squadra e di coinvolgere tutti i suoi giocatori. Nel farli sentire unici, maltrattati dal mondo e soli contro il mondo, imbattibili, capaci di ogni sacrificio, uniti come niente e nessuno, capaci di ogni impresa. Le lacrime del lungo dopopartita, gli omaggi al tecnico, certi momenti così, di un indimenticabile maggio e di una notte di storia, sono sempre immagini su cui spendere il sogno-realtà di tutti gli interisti. Ma al contempo, 72 ore dopo, la corsa di Mourinho verso Madrid sta togliendo un po’ troppo alla vita interista di tutti i giorni.E tocca a Moratti tornare in pieno possesso della scena. La scena dell’Inter padrone d’Europa, e non ostaggio di Mourinho.
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