LEGGI ANCHE
Dovrebbero avere tutti Marco Marchese nella propria vita?
"No, il mental coach non è per tutti. Solo per chi ha davvero la voglia di arrivare a conquistare traguardi che non raggiunge con altri mezzi. L'errore sta nel cercare il mental coach solo quando si è in difficoltà, magari non si gioca da tanto tempo e si vede la nostra figura come un'ultima spiaggia. Oppure se si va da un esperto solo perché consigliati da altri; così non ha senso. Il mental coach lavora meglio se davanti ha una persona che ha la volontà di migliorarsi”.
Ti è mai capitato di avere un giocatore che poi ha abbandonato il percorso?
"Assolutamente sì, ed è comprensibile. Perché con me si lavoa sodo, se vuoi raggiungere un obiettivo mai raggiunto bisogna fare cose mai fatte fino a oggi. E' un primo approccio per capire se si è davvero motivati".
Ci sono ancora calciatori che 'snobbano' questo ruolo?
"Da quando ho iniziato a oggi, perlomeno, c'è più volontà nel voler capire di cosa si tratta. Purtroppo la disinformazione è ancora tanta, per questo chi sta dall'altra parte non sa cosa pensare di un mental coach. Quando ho lavorato per qualche società ho sempre detto di non imporre ai calciatori questo percorso, non volevo fosse una cosa forzata".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA