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Sei scudetti, gli ultimi vinti. Lele Oriali è per l'Inter sinonimo di scudetto. Due vinti sul campo nell 1971 e 1980; gli altri quattro in panchina accanto a Mancini, Mourinho e Conte. L'ex calciatore e ora dirigente ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport.
Oriali sottolinea l'importanza dei tifosi: "Questo scudetto è per loro. Sono da anni i più assidui allo stadio. Ma li abbiamo comunque sentiti sempre vicini".
Il momento più bello e il più brutto della stagione?
"Ne abbiamo vissuti tanti, ma sempre convinti che la strada fosse quella giusta. Io e Conte siamo venuti all’Inter per riportarla al vertice. Ci è stato chiesto di vincere in tre anni. Al primo ci siamo andati vicini, al secondo ci siamo riusciti".
Quando ha capito che era fatta per lo scudetto?
"Con la certezza aritmetica. Io e Conte siamo dei martelli, pensiamo sempre a quello che succede dopo, non a quello che è stato fatto. E i giocatori hanno assimilato questa mentalità".
Chi è stato il giocatore più facile e il più difficile da gestire?
"Certe cose restano nello spogliatoio. Ma posso dirle che, a differenza di chi mi ha preceduto, non ho fatto firmare ai giocatori alcun regolamento interno. Volevo fare gruppo responsabilizzandoli, tanto che non ricordo casi da riferire alla società. Giusto di recente con un paio di giocatori ho dovuto gestire le cose dopo il nodo stipendi".
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